8 maggio 2019

Tutta una vita (Claude Lelouch, 1974)

Tutta una vita (Toute une vie)
di Claude Lelouch – Francia/Italia 1974
con Marthe Keller, André Dussollier
**1/2

Visto in TV.

"Farò un film sul ventesimo secolo. Un film che inizierà nel 1900 con l'invenzione del cinema e finirà nel 2000 con l'invenzione della felicità. Mescolerò tutti gli argomenti, tutti gli stili... Sarà un film di tre ore per un solo secondo d'amore. Sarà l'anatomia di un colpo di fulmine. E per spiegarlo, andrò indietro di tre generazioni". Così esclama Simon (André Dussollier), praticamente l'alter ego di Lelouch nel suo stesso film: una dichiarazione programmatica forse troppo ambiziosa, anche perché poi la pellicola dura solo due ore (almeno la versione italiana: quella originale aveva mezz'ora in più), termina nel 1974 e non nel 2000 (ma vedi sotto), e gli stili non è che ci siano proprio tutti (anche se si comincia con didascalie scritte e toni di seppia, come nel cinema muto, per passare progressivamente al sonoro e ai colori). Parzialmente autobiografico, complesso e accattivante, il film segue le vite parallele di Simon, appunto, e di Sarah (Marthe Keller), cominciando dal primo incontro dei nonni di lei, proseguendo con frammenti della vita dei genitori, fino a terminare con il loro tanto atteso incontro, attraversando nel contempo tutti i grandi eventi storici (e di costume) del ventesimo secolo. Giovane ladruncolo il primo, che in prigione comincia ad appassionarsi di fotografia per diventare infine regista di film d'autore (passando attraverso il porno e la pubblicità); ricca rampolla di un industriale ebreo (ed ex deportato) la seconda, che cerca continuamente l'amore senza successo, all'inizio viziata e annoiata, poi sempre più consapevole (anche dei conflitti di classe) ma perpetuamente irrequieta. Con un montaggio che comprende spezzoni e documenti d'epoca, e un ampio ricorso ai piani sequenza, il lungometraggio accatasta episodi e situazioni senza pausa, con una marea di personaggi collaterali, fino a una conclusione preannunciata da tempo e che forse per questo rischia di deludere un po' (ma l'immagine delle valigie di lui e di lei affiancate sul nastro trasportatore dell'aeroporto è molto efficace). Nella versione francese era compresa anche una sequenza "futuristica" (raccontata da Simon), eliminata negli altri paesi. In ogni caso, il regista dimostra di trovarsi bene nel dipingere affreschi storico-generazionali a sfondo romantico, come poi farà (in maniera persino più compiuta) anche in "Bolero". Marthe Keller, oltre a Sarah, ne interpreta anche la madre e la nonna materna. Il cast comprende inoltre Charles Denner (il padre di Sarah), Carla Gravina (l'amica lesbica), Charles Gérard e Judith Magre. Il cantante Gilbert Bécaud (che canta "Et maintenant") compare nella parte di sé stesso. Per la versione internazionale, Lelouch ha rigirato tutte le scene in inglese anziché in francese.

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