22 maggio 2019

I visitatori (Elia Kazan, 1972)

I visitatori (The visitors)
di Elia Kazan – USA 1972
con James Woods, Patricia Joyce
**1/2

Visto in divx alla Fogona, con Marisa, in originale con sottotitoli.

Bill (James Woods), che vive con la compagna Martha (Patricia Joyce) e il figlio neonato Hal in un cottage di proprietà del padre di lei, Harry (Patrick McVey), affermato scrittore western, riceve l'inaspettata visita di due suoi ex commilitoni – il sergente Mike (Steve Railsback) e il caporale Tony (Chico Martínez) – con i quali aveva combattuto in Vietnam, e che si sono fatti due anni di prigione quando proprio Bill li aveva denunciati alla corte marziale per aver violentato e ucciso una ragazza vietnamita. Tutto questo, naturalmente, viene alla luce poco a poco (all'inizio Bill non aveva raccontato nulla a Martha), ma già da subito la tensione appare alta, per crescere ulteriormente durante la serata... Da una sceneggiatura del figlio Chris (ispirata a un episodio realmente accaduto, lo stesso che sarà alla base di "Vittime di guerra" di Brian De Palma), il penultimo film di Elia Kazan è un intenso dramma da camera che si iscrive nella riflessione sulla guerra del Vietnam – anzi, forse su tutte le guerre – che l'America stava portando avanti in quegli anni: una guerra che nella sua disumanità è capace di trasformare chiunque in un mostro, in particolare i giovani che non riescono ad adeguarsi alle aspettative e ai “miti” della conquista e dell'avventura delle generazioni che li avevano preceduti. A questo proposito, trattandosi dello script di un figlio d'arte, notevole è la figura del padre/suocero, simbolo di quell'America militarista e conservatrice che idolatra le armi e la legge del più forte. Anche Harry ha combattuto una guerra, il secondo conflitto mondiale, e non nasconde di provare più simpatia per Mike che per il genero pacifista (“Ho sempre pensato che fosse un po' finocchio”, dice, quando viene a sapere che a differenza degli altri non si è "divertito" con la ragazza vietnamita). L'impianto del film è quasi teatrale, con solo cinque personaggi e il rispetto delle unità di spazio (la casa in campagna) e di tempo (si svolge tutto in una giornata, in meno di 24 ore).

2 commenti:

Marisa ha detto...

film molto interessante, che progressivamente smaschera il lato oscuro del cowboy amercano, tutto coraggio e giovanilismo, per far emergere le conseguenze delle frustrazioni e lo sbandamento morale di chi non è preparato a conoscere ed affrontare il proprio lato oscuro e sadico...

Christian ha detto...

Un film molto figlio dei suoi tempi (gli anni della contestazione, in cui l'America metteva in discussione molti dei valori delle generazioni precedenti) ma anche universale nel suo approccio ai temi dell'eroismo, della guerra e della cattiveria insita nell'animo dell'uomo.