13 maggio 2019

Lo specchio (Andrej Tarkovskij, 1975)

Lo specchio (Zerkalo)
di Andrej Tarkovskij – URSS 1975
con Margarita Terechova, Ignat Daniltsev
***

Rivisto in DVD.

Attraverso una serie di sogni e di ricordi, il quarantenne Aleksei (del quale da adulto non vediamo mai il volto, ma udiamo solo la voce: è evidentemente un alter ego di Tarkovskij) rievoca la propria infanzia e in particolare il rapporto con la madre (Margarita Terechova), che dopo la partenza del padre per la seconda guerra mondiale ha cresciuto da sola lui e la sorellina nella cascina di famiglia, una casa di legno in campagna, circondata da campi e da boschi. Da adulto, lo stesso Aleksei ha un figlio, Ignat (Ignat Daniltsev), e la sua ex moglie Natalya ha lo stesso volto della madre nei suoi sogni. Il quarto film di Tarkovskij è il suo lavoro più intimo e personale, e forse anche quello più difficile da raccontare e da decifrare dopo una sola visione (andrebbe rivisto più volte, anche perché se la narrativa non è lineare, visivamente è uno dei più ricchi e belli): una collezione di immagini, reali od oniriche, che rievocano il passato e lo mettono a confronto con il presente, un intricato dedalo di ricordi e di simboli che guardano all'arte (opere e dipinti del rinascimento, in particolare con Leonardo da Vinci che ricorre, la musica di Bach, Pergolesi e Purcell, le citazioni di Dante, Čechov, Puškin e Dostoevskij) e agli elementi della natura: l'acqua (la pioggia, la madre che si lava i capelli), il fuoco (gli incendi del cascinale e del cespuglio), l'aria (il vento che muove la vegetazione, quasi un respiro della natura stessa) e la terra (il fango). Alternando sequenze a colori ad altre in bianco e nero (o color seppia: i colori del passato), filmati di repertorio legati a eventi storici e scene surrealmente ricostruite, il film ripercorre episodi dell'infanzia del protagonista (legati sempre alla madre o, in alcuni casi, al padre che fa un breve ritorno a casa dopo la guerra) alternandoli alle difficoltà del presente. Il risultato è molto suggestivo, per quanto a tratti enigmatico, legato com'è a un vissuto individuale (lo "specchio" del titolo equivale a guardare dentro di sé). E come i ricordi, i volti e i personaggi si confondono (al pari della madre e la moglie, anche Aleksei da giovane è interpretato dallo stesso attore cha fa suo figlio Ignat). Che il film sia autobiografico è reso evidente da parecchi elementi: in casa di Aleksei è visibile un poster di "Andrej Rublev", le poesie recitate dalla voce fuori campo sono scritte dal padre del regista, Arsenij Tarkovskij, mentre nel finale, quando la madre appare con il suo reale volto invecchiato, è interpretata dalla sua vera madre, Marija Višnjakova Tarkovskaja. Per il doppio ruolo di Margarita Terechova, Tarkovskij aveva inizialmente pensato a Bibi Andersson.

2 commenti:

Marisa ha detto...

Film intenso ed enigmatico in cui il vissuto autobiografico fa da filtro ad una realtà più vasta e "rispecchia",come allude il titolo, la nostagia di tutti per le proprie origini e per le perdite (in questo caso il padre) che la vita ci impone. Bellissimo visivamente, come tutti i film di Tarkovskij, con gli elementi della natura chiamati a parlare simbolicamente insieme agli stati d'animo.

Christian ha detto...

Forse il suo film più "personale" e difficile da comprendere se visto a sé stante... Però ripetute visioni (e lo studio della biografia dell'autore) aiutano.