26 febbraio 2019

Green book (Peter Farrelly, 2018)

Green book (id.)
di Peter Farrelly – USA 2018
con Viggo Mortensen, Mahershala Ali
**1/2

Visto al cinema Colosseo.

New York, 1962: il buttafuori italoamericano Tony "Lip" Vallelonga (Mortensen) viene assunto come autista e guardia del corpo dal "Dottor" Don Shirley (Mahershala Ali), pianista di colore che sta per intraprendere una tournée di due mesi negli stati del profondo sud, dove la segregazione razziale è ancora un dato di fatto. Durante il viaggio non soltanto Tony riuscirà a tirare a più riprese Shirley fuori dai guai: diversissimi per estrazione, abitudini e carattere (buzzurro e impulsivo il primo, dotato di un enorme appetito e di maniere rozze e spontanee, ma pronto ad affrontare con buon senso e praticità ogni situazione pericolosa; raffinato e introverso il secondo, profondamente solo ma anche ostinato e deciso con orgoglio a mantenere la propria dignità di fronte alle umiliazioni), i due uomini sapranno vincere i pregiudizi e le rispettive diffidenze per stringere una forte amicizia, guadagnandosi il rispetto reciproco e affrontando a testa alta le ingiustizie sociali. Da una storia vera, una commedia on the road che affronta di petto il tema del razzismo e dell'integrazione nell'America in trasformazione degli anni sessanta, vincitrice a sorpresa del premio Oscar come miglior film (oltre che delle statuette per la sceneggiatura originale e per l'attore non protagonista ad Ali): un riconoscimento forse esagerato e dovuto in gran parte al tema antirazzista più che ad effettivi meriti cinematografici. In ogni caso, i due protagonisti sono eccellenti (Mortensen in particolare, parecchio ingrassato per la parte), il ritmo non manca e la ricostruzione storica è ottima. Peter Farrelly lavora per la prima volta senza il fratello Bobby, con il quale aveva realizzato per lo più pellicole di genere comico-demenziale. Il finale forse eccede nei buoni sentimenti (d'altronde è ambientato anche a Natale). Il titolo è quello di una "guida di viaggio" che elencava gli alberghi e i locali che accettavano i neri.

2 commenti:

Marisa ha detto...

Film molto gradevole, che scorre liscio come l'olio!
Anch'io per l'Oscar avrei preferito qualcosa di più complesso, tipo "La favorita", ma va bene lo stesso...

Christian ha detto...

Sì, il film è gradevole e ben recitato, ma un po' semplicistico e ovvio nel suo messaggio. Comunque una piacevole visione!