Quelle due (William Wyler, 1961)
Quelle due (The children's hour, aka The loudest whisper)
di William Wyler – USA 1961
con Audrey Hepburn, Shirley MacLaine
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Visto in divx, con Sabrina.
Le insegnanti Karen (Audrey Hepburn) e Martha (Shirley MacLaine), amiche per la pelle sin dai tempi dell'università, hanno aperto una scuola privata per bambine in una tranquilla cittadina di campagna. Ma una delle loro alunne, la perfida e bugiarda Mary (Karen Balkin), sparge la voce che le due siano amanti. Il pettegolezzo le rovina: tutte le famiglie della regione ritirano le loro figlie dalla scuola, e anche il promesso sposo di Karen, il medico Joe (James Garner), rischia di perdere il suo posto di lavoro in ospedale. Uno dei più potenti film sulla maldicenza e il "potere distruttivo di una menzogna", per usare le parole di Lillian Hellman, autrice della pièce teatrale da cui la pellicola è tratta. Wyler aveva già provato ad adattarla nel 1936 ("La calunnia"), ma allora era stato costretto dal codice Hays ad eliminare ogni riferimento al lesbismo, mentre nel 1961 potè permettersi una maggiore fedeltà al tema originario. Il che è un bene, perché l'omosessualità (vera o presunta) dei personaggi non è un semplice pretesto: tutto si muove in funzione della sua percezione da parte della gente (o di loro stessi: alla fine il suicidio di Martha avviene dopo che è stato svelato l'inganno della bambina, ovvero dopo che in teoria lei e Karen sono state "riabilitate" agli occhi della società; Martha non si uccide per la calunnia ma per la propria omofobia interiorizzata, perché lei stessa non riesce ad accettare o a giustificare i propri sentimenti). Da notare che in questo senso il film è ancora attuale: a emarginare le due donne non è tanto il fatto che siano lesbiche quanto il loro ruolo di insegnanti: "Quello che queste due sono è esclusivamente affare loro; ma diventa una cosa molto più grave quando coinvolge delle giovanette", commenta la nonna di una delle alunne, riecheggiando pensieri ancora oggi diffusi. Grande la prova delle due protagoniste, con una Hepburn più trattenuta e mai sopra le righe (rimangono impresse nella memoria le scene finali, con le sue camminate pensierose e silenziose) e una McLaine più emotiva e fragile. Ma la carne al fuoco è tanta: si mette sotto la lente d'ingrandimento, con estremo cinismo, la cattiveria "innata" dei bambini, che mentono o rubano senza pensare alle conseguenze e non mostrano mai un vero pentimento; la forza delle maldicenze e dei pettegolezzi, naturalmente; e, a un livello più intimo, la difficoltà nell'accettare e nell'essere consapevoli dei propri sentimenti, la sottile linea fra una relazione innocente o una peccaminosa (o percepita come tale) e il significato delle parole stesse (guarda caso la regia, nelle prime istanze in cui si affronta l'argomento, tiene doverosamente a distanza lo spettatore, impedendogli di udire cosa si dicono i personaggi). Miriam Hopkins, che nel film del 1936 aveva recitato nel ruolo di Martha, qui ne interpreta la zia Lily. Fay Bainter è Amelia, la nonna di Mary, mentre una giovanissima Veronica Cartwright è Rosalie, la bambina cleptomane.
2 commenti:
Il "perverso polimorfo" di Freud...
Peccato che nei tempi attuali, l'nfantilismo e le sue disastrose conseguenze (mancanza di senso morale e dell'assunzione di responsabilità, patrimonio della psiche adulta che sa introiettare il Super-Io)non solo è ampiamente diffuso, ma ammirato e pompato...
Anche per questo, il film è ancora attuale!
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