14 giugno 2015

Diamante nero (Céline Sciamma, 2014)

Diamante nero (Bande de filles)
di Céline Sciamma – Francia 2014
con Karidja Touré, Assa Sylla
**1/2

Visto al cinema Apollo, con Sabrina, in originale con sottotitoli (rassegna di Cannes).

La sedicenne Marieme vive con la famiglia a Montreuil, alla periferia di Parigi, barcamenandosi fra il cattivo rendimento a scuola, la cotta per un ragazzo che non può frequentare, e soprattutto un insopprimibile desiderio di indipendenza e di libertà, spesso frustrato da coloro che le vivono attorno (come la "legge dei maschi": vedi il fratello che le impedisce, per esempio, di giocare a calcio con i videogiochi). Timida ma dall'istinto ribelle, trova una via di sfogo quando comincia a frequentare la gang femminile guidata dalla carismatica Lady, di cui diventa uno dei membri più scatenati con il "nome di battaglia" di Vic. Al punto che quando Lady sarà sconfitta in combattimento da una ragazza di una banda rivale, sarà proprio lei a "vendicarla". Ma se per quasi tutte le sue compagne la ribellione è una fase adolescenziale destinata a chiudersi al momento di mettere su famiglia (si pensi alla scena in cui Vic incontra la ragazza di cui ha preso il posto, che la lasciato la gang quando ha avuto un bambino), per lei non è così: e infatti, pur di acquisire maggiore autonomia, passa al passo successivo: affiliarsi a una banda locale di spacciatori. La regista di "Naissance des pieuvres" e di "Tomboy" prosegue nel raccontare storie di adolescenti alla scoperta di sé stessi e in cerca di autodeterminazione. Ma se per lungo tempo il film funziona, grazie a protagoniste (in gran parte prese dalla strada) ricche di energia e di vitalità, dopo due terzi comincia a sfilacciarsi e nel finale si trascina stancamente (anche se non manca una sequenza fondamentale, quella in cui Vic rifiuta la proposta di matrimonio del suo ragazzo perché non vuole "diventare una persona perbene"). Ritratto di un microcosmo in cerca di indipendenza e di libertà dalle costrizioni sociali, sullo sfondo di periferie come quelle di pellicole quali "L'odio" o "La schivata", il film è comunque empatico e sincero, con diverse sequenze da incorniciare (quella in cui Vic e le amiche ballano in albergo sulle note di "Diamonds" di Rihanna, per esempio, da cui il titolo italiano della pellicola). La scena iniziale, che mostra le ragazze impegnate in un incontro di football americano, è al tempo stesso metaforica e programmatica.

0 commenti: