Mózes, il pesce e la colomba (V. Zomborácz, 2014)
Mózes, il pesce e la colomba (Utóélet)
di Virág Zomborácz – Ungheria 2014
con Márton Kristóf, László Gálffi
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Visto al cinema Palestrina, con Sabrina, in originale con sottotitoli (rassegna di Bergamo).
Il giovane Mózes, appena uscito da un istituto psichiatrico, torna in famiglia poco prima dell'improvvisa morte del padre. Peccato che il ragazzo continui a vedere il genitore, sempre accanto a lui, anche dopo la morte. Come liberarsi dell'ingombrante fantasma? Ci proverà portando a termine tutte le questioni lasciate irrisolte dall'uomo... Girato con ironia e leggerezza, un film insolito sull'elaborazione del lutto, sul rapporto fra padre e figlio, ma soprattutto sulla crescita e la maturazione, mai retorico o banale ma, al contrario, sempre acuto e sorprendente. Le atmosfere da cinema realista sono stemperate da un umorismo sottile e onnipresente, che coinvolge a 360 gradi non solo il protagonista ma anche gli altri membri della sua famiglia (la sorellina che ha il sospetto di essere adottata, la zia che corteggia il locale pastore protestante, la mamma depressa che si barcamena fra tanti problemi fingendo di non vederli). Il risultato è una black comedy surreale con inconfondibile retrogusto est-europeo. Fra i molti ingredienti: un meccanico spiritista, un pesce fortunato, una colomba ostinata, una recita scolastica a dir poco fallimentare, e tanti riferimenti non proprio ortodossi alla religione e all'aldilà. E naturalmente il finale sulla barca, quanto mai simbolico. La regista, trentenne e al primo lungometraggio dopo diversi corti, è anche sceneggiatrice (ed è in questo comparto che brilla particolarmente). Il film ha vinto il primo premio al Bergamo Film Meeting.
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