9 giugno 2015

Cronache di poveri amanti (C. Lizzani, 1954)

Cronache di poveri amanti
di Carlo Lizzani – Italia 1954
con Marcello Mastroianni, Antonella Lualdi
**1/2

Visto in divx alla Fogona, con Marisa.

Nella primavera del 1925, via del Corno (nel quartiere fiorentino di Santa Croce) è un microcosmo che riflette tutta l'Italia, divisa fra i fascisti in ascesa e gli antifascisti che si oppongono come possono. Fra questi ultimi c'è Corrado detto "Maciste" (Adolfo Consolini), meccanico dal fisico prestante, che rimane ucciso durante una ronda notturna delle camicie nere. Per vendicarlo, il suo amico Ugo (Marcello Mastroianni, in uno dei primi ruoli drammatici della sua carriera), fino ad allora interessato più alle donne, al gioco e al bere che non alla politica, si getta anima e corpo nella resistenza clandestina. Tutta la loro vicenda, come quella degli altri abitanti della strada, è raccontata in prima persona dal giovane Mario (Gabriele Tinti), tipografo appena trasferitosi in via del Corno su interessamento della fidanzata Bianca (Eva Vanicek): qui si innamora di Milena (Antonella Lualdi), giovane sposina il cui marito Alfredo (Giuliano Montaldo), proprietario della locale "pizzichetteria", è stato malmenato dagli stessi fascisti perché rifiutatosi di pagare un contribuito al partito. E nel frattempo, su tutti i "cornacchiai" – come si chiamano ironicamente gli abitanti della via – regna "la Signora" (Wanda Capodaglio), l'usuraia del luogo, che pur non muovendosi mai dal suo letto è sempre al corrente di ogni cosa, grazie agli occhi e alle orecchie della giovane serva Gesuina (Anna Maria Ferrero). Del vasto cast (la pellicola è di fatto corale) fanno parte anche Bruno Berellini (il fascista Carlino, detto "il ragioniere"), Cosetta Greco (la prostituta Elisa) e Irene Cefaro (Clara, l'amica di Bianca). Consolini, che recita nei panni di Maciste, era un atleta olimpico (lanciatore del disco), alla prima e unica esperienza cinematografica. Nel complesso, un buon adattamento del romanzo di Vasco Pratolini, che nonostante alcuni tagli si dichiarò soddisfatto del risultato. Il film avrebbe dovuto essere diretto da Luchino Visconti, ma mancarono i finanziamenti. Subentrò Lizzani con la "Cooperativa spettatori produttori cinematografici" che aveva già prodotto il suo lavoro d'esordio, "Achtung! Banditi!". Per risparmiare, il set di via del Corno fu ricostruito in studio (ma all'aperto), anche se non mancano scene e inquadrature che mostrano i luoghi più suggestivi e celebri di Firenze. Ne risulta una rappresentazione "popolare" dell'Italia proletaria di allora, fra mestieri, costumi e dinamiche sociali di un mondo in tumulto, dove gli amori e la vita quotidiana si intrecciano con gli sconvolgimenti politici della storia del paese.

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