Schiava d'amore (N. Michalkov, 1975)
Schiava d'amore (Raba ljubvi)
di Nikita Michalkov – URSS 1975
con Elena Solovéj, Rodion Nachapetov
**1/2
Rivisto in DVD alla Fogona, con Marisa.
È il secondo lungometraggio di Michalkov, ma il primo ad aver avuto una certa notorietà in occidente. Basato su una sceneggiatura del fratello Andrei Konchalovsky (il futuro regista di "A trenta secondi dalla fine" che – a differenza di Nikita – ha scelto di usare il cognome della madre), a sua volta rimaneggiamento di un film dallo stesso titolo che era rimasto incompiuto per dissidi fra il precedente regista e la casa di produzione, è ambientato a Odessa e in Crimea nell'ottobre del 1918, ossia quando il paese era scosso dalla guerra civile. Ma gli eventi storici sembrano lontani, confinati a Mosca, mentre a Odessa – nonostante la mobilitazione dell'esercito contro i sovversivi rivoluzionari – l'attrice Olga Voznesenskaja (Elena Solovéj) e la troupe del film muto che sta girando (un melodramma esotico e strappalacrime intitolato appunto "Schiava d'amore") sembrano immersi in un'atmosfera onirica ed estraniante. Pur frivola e capricciosa, l'attrice però si annoia e sogna di impegnarsi attivamente in qualcosa di concreto: e riesce ad soddisfare la propria coscienza sociale aiutando un operatore di cui è innamorata e che è compromesso con i bolscevichi. Il film, piuttosto piacevole, non punta tanto le sue carte sulla ricostruzione storica quanto su barlumi di quell'atmosfera conviviale e "cechoviana" che diventerà il marchio di fabbrica del regista russo (si pensi per esempio al successivo "Partitura incompiuta per pianola meccanica"). I personaggi sembrano quasi lasciarsi trasportare dagli eventi ed essere in perenne attesa che il destino decida per loro quale sia la giusta direzione da prendere. La protagonista Olga è ispirata alla diva del cinema muto russo Vera Cholodnaja.
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