8 marzo 2008

Big bang love, Juvenile A (T. Miike, 2006)

Big bang love, Juvenile A (46-okunen no koi)
di Takashi Miike – Giappone 2006
con Ryuhei Matsuda, Masanobu Ando
***

Visto in DVD, in originale con sottotitoli.

Il timido Jun e il violento Shiro, entrambi condannati per omicidio, entrano in carcere lo stesso giorno e sviluppano una strana relazione omoerotica, con il secondo che protegge il primo dalle angherie dei compagni. Quando Shiro viene trovato strangolato, Jun se ne addossa la responsabilità. Ma due detective indagano, sospettando invece del direttore del carcere (Ryo Ishibashi, già protagonista di "Audition" e visto in un paio di film di Kitano), che aveva motivi personali per odiarlo.
Takashi Miike è un regista degli eccessi, mai banale e capace di sorprendere sempre, anche se talvolta la sua "cialtroneria" limita parecchio la qualità delle pellicole che realizza. Questo film è decisamente uno dei suoi lavori recenti più interessanti, soprattutto dal punto di vista estetico, e, pur presentando uno stile estremamente personale (ma meno violento del solito), di volta in volta sembra addirittura rifarsi a Jarman, a Fassbinder, a Ozon (per i temi gay e la teatralità della messa in scena, ma anche – nel caso del francese – per i colori vivaci della fotografia), a von Trier (le celle della prigione dipinte sul pavimento come in "Dogville", un'indagine in un'atmosfera malsana come in "L'elemento del crimine"), o a Godard (titoli e cartelli, il ciak in scena ad aprire la pellicola, la decostruzione narrativa). Come capita spesso in un certo tipo di cinema giapponese, però, si fa un po' fatica a entrare nella mente dei personaggi, che appaiono chiusi e distanti, e il coinvolgimento in parte ne risente. Fra rewind e fast forward temporali, fugaci apparizioni di fantasmi e ambienti essenziali od onirici (sia gli interni, che ricordano la pittura astratta o il teatro filmato, sia gli assurdi esterni, con piramidi egiziane e rampe di lancio per missili), il film affascina in maniera insolita, cresce dentro e forse meriterebbe visioni plurime! Il titolo originale significa "4,6 miliardi di anni d'amore", con riferimento all'età dell'universo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

qui miike ha sfiorato il capolavoro..chapeau. heh heh heh

il cenbalo

Christian ha detto...

Sono d'accordo, è fra i suoi film più sperimentali e interessanti.