La ragazza del lago (A. Molaioli, 2007)
La ragazza del lago
di Andrea Molaioli – Italia 2007
con Toni Servillo, Fabrizio Gifuni
**1/2
Visto al cinema Arlecchino (rassegna di Venezia)
Sulle rive di un lago fra le montagne friulane viene trovato il cadavere di una giovane ragazza. Un commissario meridionale, burbero e spaesato, indaga sull'omicidio. Tratto da un romanzo norvegese (l'ambientazione è stata spostata dai fiordi al Tarvisio), l'opera prima dell'ex aiuto regista di Nanni Moretti è un buon giallo incentrato tanto sul fatto di cronaca quanto sulla personalità dell'investigatore, interpretato dall'ottimo Toni Servillo, che indaga nei complessi rapporti della vittima con parenti e amici ed è tormentato a sua volta dai rapporti familiari con la moglie, ricoverata in un istituto psichiatrico, e con la figlia ribelle. La bella e inedita ambientazione (anche se a tratti ricorda, sin dal titolo, cose come "La donna del lago") fa da sfondo a una vicenda che, per fortuna, evita di giocare la carta del sensazionalismo (i media, per esempio, sono sorprendentemente assenti). Nulla di eccezionale, ma sicuramente finora il miglior film italiano della rassegna. Bravi anche gli altri attori, fra i quali spiccano Valeria Golino e il giovane Denis Fasolo.
5 commenti:
Sin dai primi fotogrammi, mi rendo conto che questa è una brutta storia. Paesaggi che appaiono piuttosto plumbei, che non rendono affatto giustizia a posti belli come quelli in cui è stato girato questo film. Questo film, mi ha fatto pensare a "il senso di Smilla per la neve"; anche lì cieli plumbei.
Toni Servillo è uomo affascinante e un ottimo attore; il fiore all'occhiello di un film che è triste dall'inizio alla fine. Potrei dire che non è stato di mio gradimento, ma se continuo a rimuginarci sopra, è segno che non mi è stato del tutto indifferente...
Ciao
Margherita
I toni sono plumbei e tristi perché tali sono la storia e i personaggi, come giustamente tu sottolinei, e il regista non poteva fare altrimenti. Per me il film è bello, non gridato, e riesce nel suo intento di essere un ottimo film di genere, e forse qualcosa di più...
E' proprio quel "di più", che non sono riuscita a vedere. Potresti provarci in mia vece? Mi aiuteresti moltissimo...
Grazie
Margherita
Temo che sia difficile riuscire a vedere un film con gli occhi di un'altra persona. A volte il gradimento o meno di una pellicola dipende solo da sensazioni o impressioni a pelle. A me, per esempio, è capitato di recente con "Il vento fa il suo giro", che è piaciuto a tutti mentre io ci ho trovato gli stessi difetti che tu sembri aver trovato qui (ho addirittura usato la tua stessa espressione: "un cielo sempre più plumbeo"). Oppure con i film di Tsai Ming-Liang, disperato cantore della solitudine, che io adoro mentre molti non lo sopportano. Nel caso de "La ragazza del lago", per esempio, a me il film non è sembrato triste ma coerente con l'ambientazione e soprattutto con i personaggi. E non mancano squarci di calore e personaggi comunque "umani", nel bene e nel male. L'assenza di media e giornalisti (che forse è irrealistica per un film ambientato in Italia e tradisce l'origine norvegese del romanzo alla base) allontana poi il rischio di effetto fiction o effetto Cogne.
E' proprio vero che emozioni e sensazioni sono personali. Nel mio caso, dopo aver visto un Film, mi possono capitare due cose: o lo dimentico immediatamente, oppure ci penso per giorni e giorni...
Dopo due settimane dal giorno in cui ho visto "La ragazza del Lago", mi tornano in mente molte immagini e alcuni dialoghi. Adesso sono sicura di poter dire che, nel complesso, mi è piaciuto perché è uno di quei film che danno il tempo di riflettere, di immaginare con calma quali potrebbero essere gli sviluppi della Storia. Dunque, nessun bombardamento di immagini e nessuna confusione nei dialoghi; molti primi piani che rivelano espressioni facciali che rispecchiano sentimenti veri, profondamente sentiti e ben interpretati. Insomma, "squarci di calore e personaggi comunque umani", sono riuscita a vederli anch'io. Visto? Mi sei stato di grande aiuto...
Grazie
Margherita
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