15 settembre 2007

Exodus (P. Woolcock, 2007)

Exodus
di Penny Woolcock – GB 2007
con Daniel Percival, Bernard Hill
*1/2

Visto al cinema Ariosto, con Hiromi, in originale con sottotitoli
(rassegna di Venezia)

Città di Promised Land, inizio XXI secolo: Pharaoh ("Faraone") Mann, politico populista, fa costruire una riserva/campo di concentramento dove rinchiudere tutti gli immigrati e i disadattati della sua città. Mosè, figlio di una zingara, viene abbandonato da questa presso il mare e salvato e adottato dalla moglie del Faraone. Vent'anni dopo, scoprirà le sue origini e si unirà ai prigionieri. Ma per convincere il Faraone a donar loro la libertà, dovrà ricorrere a violenti atti terroristici (colorare il mare di rosso per mezzo di pericolosi microrganismi, scatenare un attacco di "locuste" informatiche, far esplodere una scuola, e così via). L'Esodo, il libro della Bibbia, attualizzato e raccontato come metafora dei conflitti sociali in Europa: una metafora di grana grossa, dove ogni passaggio è sottolineato tre volte per impedire che lo spettatore distratto possa magari non capire. Da sottolineare un Mosè ritratto come un perdente, talmente simile al Faraone da macchiarsi di delitti non meno peggiori dei suoi. Resto comunque perplesso sul senso e il valore di una simile operazione.

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