18 febbraio 2023

Un milione di anni fa (Don Chaffey, 1966)

Un milione di anni fa (One Million Years B.C.)
di Don Chaffey – GB 1966
con Raquel Welch, John Richardson
*1/2

Visto su YouTube, per ricordare Raquel Welch.

In un mondo primitivo e selvaggio, il cavernicolo Tumak (John Richardson) è scacciato dalla sua tribù (quella delle "rocce"), ma viene accolto da un'altra (quella delle "conchiglie"), dove conosce la bella Loana (Raquel Welch). Capostipite del filone "preistorico" (anche se a tutti gli effetti è un remake di una precedente pellicola americana del 1940, "Sul sentiero dei mostri"), questo film è degno di nota per due cose soltanto: i dinosauri e/o mostri giganti realizzati in stop motion da Ray Harryhausen, e la notevole presenza di Raquel Welch in bikini di pelliccia, che divenne all'istante un sex symbol e un'icona di costume degli anni sessanta (il ruolo era stato inizialmente offerto a Ursula Andress, che lo rifiutò). Per il resto, la trama è esile e fumettistica, e la ricostruzione storica è risibile e colma di anacronismi, a cominciare dall'assurdo titolo (un milione di anni?) e dalla convivenza fra uomini e dinosauri. Parlando di quest'ultimi: oltre a un allosauro, un paio di pteranodonti, un triceratopo e un ceratosauro (che lottano fra loro), ci sono anche varie creature con fattezze di animali giganti (mostri-pesci, tartarughe, serpenti, iguane, tarantole...). Da notare il contrasto fra le due tribù: quella di Tumak (con i capelli scuri) è più violenta, quella di Loana (con i capelli biondi) più civilizzata. Il film è privo di dialoghi: a parte un narratore "documentaristico" nelle scene iniziale, tutti i personaggi si esprimono solo tramite singole parole (i loro nomi, per lo più) e suoni gutturali. Gli esterni sono stati girati alle isole Canarie. Naturalmente l'eruzione vulcanica e il terremoto nel finale sono realizzati con modellini ed effetti pionieristici (che ricordano il cinema muto dei primordi). Nonostante i suoi molti difetti, la pellicola ebbe un grande successo di pubblico, divenne un fenomeno culturale e portò alla realizzazione di seguiti, imitazioni e parodie: rivista oggi, purtroppo, sembra essa stessa una parodia (nello stile di Mel Brooks).

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