26 febbraio 2023

Crimes of the future (D. Cronenberg, 2022)

Crimes of the future (id.)
di David Cronenberg – Canada/Grecia 2022
con Viggo Mortensen, Léa Seydoux
**1/2

Visto in TV (Now Tv).

In un futuro in cui l'umanità ha sviluppato l'insensibilità al dolore fisico e una totale resistenza alle malattie infettive, procurarsi tagli e incisioni chirurgiche sul proprio corpo è diventata una forma d'arte, al pari dei tatuaggi, o addirittura una pratica erotica ("La chirurgia è il nuovo sesso"). Saul Tenser (Viggo Mortensen, alla quarta collaborazione con Cronenberg) è appunto un "artista concettuale" di grande fama, che si esibisce in pubblico insieme alla sua partner Caprice (Léa Seydoux), la quale durante le loro performance gli asporta i numerosi organi interni, sempre nuovi e dalle funzioni misteriose, che il suo corpo produce a getto continuo. Ma Saul, sotto copertura, è anche un informatore della New Vice, l'unità del governo contro i crimini corporei, preoccupata per le possibili evoluzioni della biologia umana, che rischiano di trasformare l'uomo in qualcosa di completamente nuovo. E quando Saul viene contattato da Lang Dotrice (Scott Speedman), membro di una setta segreta di "mangiaplastica", affinché esegua in pubblico l'autopsia di suo figlio Brecken, scopre che diversi individui sono interessati a questo nuovo stadio dell'evoluzione umana: uno stadio che, rendendo il corpo umano capace di digerire la plastica e i materiali artificiali, lo porterebbe in maggiore sintonia con il mondo moderno e tecnologico. A otto anni di distanza dal suo ultimo lavoro ("Maps to the stars"), Cronenberg torna alla fantascienza e al body horror, recuperando addirittura un titolo che aveva già usato per uno dei suoi primi lungometraggi (ma non si tratta di un remake, anche se con il film del 1970 condivide diversi temi, a partire dalle mutazioni evolutive e genetiche). Colmo di concetti e immagini bizzarre (la crescita spontanea di tumori vista come una forma di creazione artistica; i mobili e i macchinari viventi, di aspetto quasi "gigeriano", come i letti, le poltrone o i tavoli per le autopsie) e di personaggi ambigui (come i due burocrati del "Registro nazionale degli organi", interpretati da Don McKellar e Kristen Stewart, o le due tecniche-sicari dell'azienda che produce i macchinari medici, Tanaya Beatty e Nadia Litz), il film non è certo avaro di spunti e, anzi, dà adito a interessanti riflessioni sulle possibili evoluzioni della biologia umana, il tutto immerso in un'atmosfera claustrofobica e malsana.

2 commenti:

Babol ha detto...

Dovrei riguardarlo perché ammetto di non averlo apprezzato quanto avrei voluto, ma se c'è una cosa che bisogna riconoscere a Cronenberg è una coerenza invidiabile e una visionarietà che ancora oggi non è andata ad esaurirsi.

Christian ha detto...

A me invece è piaciuto, sicuramente più del precedente "Maps to the stars", e mi ha fatto piacere che sia tornato a fare un film molto affine alle cose che girava negli anni settanta e ottanta! In certe cose, addirittura, sembra anche "lynchiano".