5 febbraio 2023

Primo caso, secondo caso (A. Kiarostami, 1979)

Primo caso, secondo caso (Ghazieh-e shekl-e aval, ghazieh-e shekl-e dovom)
di Abbas Kiarostami – Iran 1979
con attori non professionisti
**1/2

Visto in divx, in originale con sottotitoli inglesi.

Uno studente indisciplinato, seduto in fondo alla classe, disturba la lezione facendo rumore sul banco. Non riuscendo a identificare il responsabile, l'insegnante fa uscire dall'aula tutti i sette alunni dell'ultima fila, minacciando di lasciarli in punizione in corridoio per l'intera settimana, a meno che uno di loro non riveli chi era il colpevole. Dopo aver intervistato i genitori dei ragazzi, chiedendo loro come dovrebbero comportarsi (fare la spia oppure no?), Kiarostami proietta a questi e a un gruppo di educatori, intellettuali, leader politici e religiosi, due differenti "finali" della storia: nel primo caso, dopo due giorni uno degli studenti, seppure a malincuore, denuncia il compagno colpevole e viene così riammesso in classe a seguire le lezioni; nel secondo caso, tutti e sette gli alunni "resistono" per l'intera settimana senza tradirsi a vicenda. In entrambi i casi gli intervistati esprimono le proprie opinioni sull'accaduto. La maggior parte di essi elogia l'unità mostrata dagli alunni e condanna l'eventuale "traditore", in nome dei valori della solidarietà all'interno di una comunità o di un gruppo di appartenenza. Le critiche vengono invece rivolte per lo più all'insegnante, per averli messi in quella situazione, e al sistema educativo, visto come specchio di una società oppressiva, che incoraggia la delazione e il tradimento e che reprime la personalità dei suoi membri. Naturalmente, però, c'è anche chi condanna il comportamento indisciplinato di alunni che dovrebbero pensare soprattutto a studiare e a rispettare le regole. E quello che era un comune episodio di vita scolastica si colora di interpretazioni sociali e politiche. All'apparenza uno dei tanti corti e mediometraggi di ambientazione scolastica e dagli intenti pedagogici diretti da Kiarostami per conto del Kanun, l'Istituto per lo Sviluppo Intellettuale dei Bambini e degli Adolescenti (non dissimile, per esempio, dal precedente "Due soluzioni per un problema"), questo film di una cinquantina di minuti è in realtà un importante documento della transizione dell'Iran da repubblica laica a stato islamico. Proprio mentre il regista lo stava completando, infatti, la rivoluzione guidata dall'ayatollah Khomeini rovesciava la monarchia e il regime dello scià, costringendo di fatto il regista a modificare il progetto (il "secondo caso" venne aggiunto in corso d'opera) e a cambiare la struttura del film, eliminando parte dei commenti già girati e aggiungendone di altri (in particolare le interviste ad alcuni dei "nuovi" leader politici e religiosi del paese). Ciò nonostante, il film venne vietato dalla censura (forse perché mostra comunque un dibattito non allineato, caratterizzato da una grande varietà di opinioni) ed è rimasto a lungo inaccessibile. Curiosità: gli alunni in piedi nel corridoio ricordano "I soliti sospetti".

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