9 luglio 2022

Rollerball (Norman Jewison, 1975)

Rollerball (id.)
di Norman Jewison – USA/GB 1975
con James Caan, John Houseman
***

Rivisto in DVD, per ricordare James Caan.

In un mondo futuro in cui le nazioni non esistono più e sono state sostituite da potenti corporazioni (ogni città del pianeta è responsabile della produzione di un particolare bene), l'unica valvola di sfogo consentita è il Rollerball, uno sport estremamente violento di cui Jonathan E. (James Caan), capitano della squadra di Houston, è il veterano e il campione riconosciuto. Ma quando il dirigente della corporazione dell'Energia che gestisce la sua squadra (John Houseman) gli ordina di ritirarsi dallo sport, Jonathan inizia a interrogarsi sui motivi e prende finalmente coscienza del fatto che le corporazioni controllano ogni aspetto della vita dei cittadini, persino quelli più privati (in passato gli era stato imposto di lasciare la propria moglie), e decide di ribellarsi. L'uomo da solo contro il sistema e il potere: la metafora socio-politica non potrebbe essere più evidente. Da un racconto di William Harrison, un film che si iscrive nel filone distopico tanto in voga negli anni Settanta, anche se non del tutto all'altezza di capolavori come "Arancia meccanica", "Fahrenheit 451" o "2022: i sopravvissuti". Il punto di forza, che gli ha consentito di diventare a suo modo un classico, è sicuramente il tema dello sport, con il Rollerball (una disciplina che si pratica su piste circolari, con una sfera di ferro che rotola in stile flipper, e dove i giocatori si muovono su pattini a rotelle o a bordo di motociclette corazzate, spintonandosi o prendendosi a mazzate) che – man mano che il film procede, e che la soppressione delle regole rende sempre più brutale e sanguinoso – si trasforma in una sorta di competizione all'ultimo sangue come quelle fra i gladiatori nell'arena (il finale, in cui il pubblico grida all'unisono il nome di Jonathan, evoca "Spartacus" e simili). In questo, la pellicola ricorda la contemporanea "Anno 2000 - La corsa della morte" (Death Race 2000), che però premeva più sul pedale della satira. Gli incontri cui assistiamo durante il film (violenti e dinamici: fu una delle prime pellicole hollywoodiane ad accreditare i nomi degli stuntmen nei titoli di coda) sono in tutto tre, in ordine crescente di violenza: quelli di Houston contro Madrid, Tokyo e New York. Iconica l'uniforme di Caan, arancione con il numero 6. Meno riuscito l'aspetto sociopolitico, troppo sfumato (lo stesso protagonista cerca inutilmente di ottenere informazioni sulle "guerre corporative" che hanno plasmato il mondo, consultando per esempio Zero, il computer-archivista "liquido" di Ginevra che conserva tutto lo scibile umano ma con la memoria corrotta) e che oggi appare particolarmente datato nel ritmo e nella regia, accrescendo ancora di più il contrasto con le sequenze delle partite. Nel cast anche John Beck (Moonpie, il compagno di squadra), Maud Adams, Moses Gunn e Ralph Richardson (l'archivista). La colonna sonora è a base di musica classica, in particolare con la Toccata e fuga in re minore di Bach (sui titoli di testa e di coda) e l'Adagio di Albinoni (sui video della moglie). Un remake nel 2002.

2 commenti:

Ismaele ha detto...

l'ho visto negli anni '70, ne ho un gran bel ricordo.

proprio l'altro giorno ho visto un bel film con James Caan
https://markx7.blogspot.com/2022/07/the-good-neighbor-kasra-farahani.html

Christian ha detto...

Grazie, "The good neighbor" non lo conosco ma lo vedrò di sicuro!