20 gennaio 2022

Thelma (Joachim Trier, 2017)

Thelma (id.)
di Joachim Trier – Norvegia/Dan/Fra/Sve 2017
con Eili Harboe, Kaya Wilkins
***1/2

Visto in TV (Prime Video).

La giovane Thelma (Eili Harboe), cresciuta in campagna nell'alveo di una famiglia molto religiosa e sempre tenuta sotto controllo dai genitori (Henrik Rafaelsen e Ellen Dorrit Petersen), va in città a studiare biologia all'università. Qui si concede le prime trasgressioni, e in particolare si innamora (ricambiata) di una compagna di studi, la bella Anja (Kaya Wilkins). Ma i forti sensi di colpa scateneranno un suo "potere" psicocinetico latente. Insolita commistione fra l'horror-thriller soprannaturale e il romanzo di formazione: in maniera non dissimile dal francese "Raw", uscito l'anno prima (ma con uno stile molto diverso: se quello era forte e truculento, questo è algido e controllato), vira in chiave fantastica la tematica della crescita di una giovane ragazza timida e sola, che per la prima volta si trova a confrontarsi con il mondo esterno, a mettere in discussione ciò che le è stato sempre insegnato (la curiosità scientifica cozza contro i dogmi della Bibbia) e a dover affrontare le proprie pulsioni, turbamenti (sessuali in primis) ed emozioni, fino ad allora represse dall'educazione religiosa e dall'influenza dei genitori. Le manifestazioni del suo potere, che in un primo momento sembrano soltanto delle "crisi" simil-epilettiche, proprio perché inaspettate e non controllate, suggeriscono evidenti paralleli con le possessioni demoniache, come testimoniano le iconografie e la presenza di animali – corvi neri o serpenti – che popolano le sue visioni. Le ottime interpretazioni e la regia lucida concorrono alla riuscita di una pellicola assai accattivante e a tratti davvero inquietante (si pensi ai flashback o alle scene in piscina), che indaga in maniera originale il tema della repressione dei sensi di colpa. Peccato solo per un finale forse un po' affrettato.

5 commenti:

Babol ha detto...

Un punto di vista molto originale su un tema assai abusato. Mi era piaciuto tantissimo!

Christian ha detto...

Anche a me è piaciuto molto!

Marisa ha detto...

Film interessante, riassunto di tutta la psicoanalisi, iniziando dalla famosa foto con le lezioni di Charcot sull'isteria da differenziare dall'epilessia, con Freud che in quei tempi assisteva come giovane osservatore...
A seguire tutta la lezione di Freud: la gelosia per la nascita del fratellino e il desiderio di eliminarlo danneggiando anche la madre che si occupa troppo di lui trascurandola, la relazione privilegiata col padre (Edipo in piena regola) che pretende di sapere tutto dalla figlia, accentuata dalla chiusura della famiglia entro i rigidi schemi religioso-moralistici, la riattivazione dei conflitti rimossi alla comparsa delle prime pulsioni sessuali e la liberazione attraverso il parricidio (fatto bruciare in quel fuoco dell'inferno che lui minacciava alla bambina attraverso il perverso gioco della candela), e infine la liberazione del femminile (anche la madre ricomincia a camminare) con l'accettazione della sessualità - per di più omo - e il superamento di un Super-Io repressivo incarnato dal padre...
Ovviamente la lettura psicoanalitica presuppone che il tutto avvenga nelle sfere profonde dell'inconscio e non si tratti di un agito reale, ma solo di sogni, desideri e fantasie di cui i sintomi isterici si fanno segnali...

Marisa ha detto...

Alla mia lettura psicoanalitica manca un tassello importantissimo: la scena iniziale dove in una battuta di caccia, invece che il cervo, viene messa nel mirino dal padre la bambina! Che tutto parta dalla paura che hanno i figli di non essere accettati ed amati dai genitori o addirittura captino il loro desiderio inconscio di "farli fuori" è un dettaglio su cui persino Freud ha sorvolato, iniziando le sue indagini solo dalle pulsioni represse dei figli, quindi dal desiderio, a seconda dei casi , di parricidio o matricidio...Ricordiamo che Edipo, da cui parte tutta la costruzione di Freud, appena nato era destinato dal padre Laio ad essere ucciso (sempre in seguito alla profezia di Tiresia)e come alternativa è stato abbandonato sulla montagna con i piedi legati (da cui il nome Edipo=dai piedi gonfi ) Se ne è ricordato bene Pasolini nel suo bel film "Edipo Re". Da qui nasce il senso di inadeguatezza nel mondo, il desiderio di rivalsa, il bisogno di accattivarsi il padre o chi per lui, ecc...

Christian ha detto...

Grazie, molto interessante questa lettura psicoanalitica! È un film che è decisamente più di un semplice thriller/horror fantastico.