7 gennaio 2022

Jackie Brown (Quentin Tarantino, 1997)

Jackie Brown (id.)
di Quentin Tarantino – USA 1997
con Pam Grier, Samuel L. Jackson
***

Rivisto in TV (Netflix).

Ordell Robbie (Samuel L. Jackson), piccolo trafficante d'armi, fa uscire di prigione l'hostess Jackie Brown (Pam Grier), che sfrutta per trasferire all'estero il denaro da lui guadagnato, con l'intenzione di eliminarla come ha appena fatto con un altro complice, il sempliciotto Beaumont (Chris Tucker). Ma la donna, fiutata l'antifona, si allea con Max Cherry (Robert Forster), il prestanome che ha pagato la sua cauzione, per mettere lei stessa le mani sul bottino di Ordell. Il terzo lungometraggio di Quentin Tarantino è (almeno apparentemente) un film "minore" rispetto ai due capolavori che l'hanno preceduto (ovvero "Le iene" e "Pulp fiction"), anche se ha diverse cose in comune con quelli, a partire ovviamente dallo stile (i dialoghi sono il punto di forza, ma non mancano piani sequenza, split screen e altri virtuosismi di regia), dal cast corale e da una narrazione in parte decostruita (vedi la scena nel negozio di abbigliamento dove avviene lo scambio di denaro, mostrata più volte dal punto di vista dei diversi personaggi). La trama è tratta da un romanzo di Elmore Leonard, "Punch al rum" (il che ne fa l'unico film di Tarantino basato dichiaratamente su un soggetto non originale), di cui cambia però l'ambientazione (da Miami a Los Angeles) e alcuni dettagli, e l'intera operazione diventa così un omaggio alla blaxploitation, il genere cinematografico degli anni settanta di cui proprio Pam Grier era stata una delle protagoniste (con film come "Coffy" e "Foxy Brown", quest'ultimo citato persino attraverso il medesimo font nel titolo). Alla Grier, tornata così alla ribalta, Quentin affianca come suo solito un nutrito cast di stelle: Robert De Niro (Louis Gara, il complice di Ordell), Bridget Fonda (Melanie, una delle ragazze del gangster), Michael Keaton e Michael Bowen (i due poliziotti). Ogni personaggio o gruppo di personaggi persegue i propri interessi, spesso in contrasto fra di loro, ma alla fine i "buoni" sono quelli interpretati dalla Grier e da Forster. Pur dilungandosi un po', il film risulta più che gradevole, anche perché realizzato quando l'estrema derivatività, il citazionismo e l'incartocciarsi su sé stesso del buon Quentin erano ancora più un pregio che un difetto. Fra le mille citazioni: l'incipit sul rullo trasportatore all'aeroporto ricorda quello de "Il laureato"; Jackson e De Niro parlano di cinema di Hong Kong (ma il doppiaggio italiano traduce maldestramente "The killer" di John Woo come "L'assassino"); e diverse scene (come la visuale dal portabagagli dell'auto) richiamano gli stessi lavori precedenti di Tarantino. La trasmissione televisiva "Chicks who love guns" non esiste in realtà, ed è stata ideata apposta per il film. Nella colonna sonora spiccano i brani dei Delfonics. Curiosità: l'anno seguente Michael Keaton interpreterà lo stesso personaggio (l'agente Ray Nicolette) in un altro film tratto da un romanzo di Leonard, "Out of sight". Anche Ordell e Louis torneranno in un'altra pellicola, prequel di questa, "Scambio a sorpresa" del 2013.

6 commenti:

MikiMoz ha detto...

Per diverso tempo una frangia di critici non troppo tarantiniani lo considerava il miglior film di Tarantino.
Non è nemmeno minore, secondo me, forse potrebbe esserlo per la questione del soggetto non originale, anche se appunto Quentin ci ha messo cosè tanto del suo che praticamente... :)
La canzone iniziale è anche la sigla di Coliandro!

Moz-

Christian ha detto...

Sì, ricordo che alla sua uscita divise un po' pubblico e critica, fra chi lo considerava un capolavoro e chi solo un "buon film".
Io, paragonandolo con "Le iene" e (soprattutto) "Pulp fiction", ero fra questi ultimi. Rivedendolo oggi, devo ammettere che mi è piaciuto molto di più, ma forse perché adesso mi viene naturale paragonarlo con i film che Quentin ha fatto nell'ultimo decennio, un confronto da cui non può che uscirne vincente...

MikiMoz ha detto...

Addirittura :D
Per me il miglior film di Tarantino è proprio l'ultimo che ha fatto, nonostante il mio preferito resti sempre Pulp Fiction^^
Però non me la sento mai di fare una classifica (es. quello che guardo più volentieri e mi fa ridere di gusto è A prova di morte, per dire). Ognuno ha qualcosa^^

Moz-

Christian ha detto...

In realtà anche a me "C'era una volta a... Hollywood" non è dispiaciuto, però lo ritengo comunque inferiore ai film degli esordi. "A prova di morte" mi è sempre sembrato il suo peggiore, e i western non li ho digeriti più di tanto (soprattutto il trascinatissimo "Django unchained"). In generale da "Bastardi senza gloria" in poi Tarantino mi sembra diventato troppo autocompiaciuto e accondiscendente, quasi una caricatura di sé stesso, mentre agli inizi era davvero qualcosa di nuovo e di dirompente nel panorama cinematografico.

In The Mood For Cinema ha detto...

Non so dire se il mio preferito in assoluto di Tarantino sia Bastardi Senza Gloria, Pulp Fiction o Kill Bill. Fatto sta che questo è fighissimo e giustamente negli anni è stato molto rivalutato sia dalla critica che dal pubblico.

Christian ha detto...

Anch'io l'ho rivalutato. Ma "Pulp fiction" resta inarrivabile!