3 novembre 2021

Madres paralelas (Pedro Almodóvar, 2021)

Madres paralelas (id.)
di Pedro Almodóvar – Spagna 2021
con Penélope Cruz, Milena Smit
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Visto al cinema Colosseo, con Marisa.

La quarantenne Janis (Penélope Cruz), fotografa di moda, e la minorenne Ana (Milena Smit), entrambe single, partoriscono lo stesso giorno, nello stesso ospedale. Ma a loro insaputa le neonate vengono scambiate. Quando Janis se ne accorge, e dopo aver saputo che la bambina affidata ad Ana è morta in culla, sarà tentata di non rivelare la verità a nessuno... Due storie "parallele", appunto (almeno fino a un certo punto, visto che le esistenze delle due donne finiscono inevitabilmente per incrociarsi di nuovo), di maternità molto diverse fra loro: se per Ana è stato un "incidente" non voluto, per Janis, vista l'età, è forse l'ultima occasione per coronare un sogno (il che spiega la sua esitazione a rivelare la verità, nel timore di non avere un'altra possibilità). Il che porta a un altro "parallelo", quello fra Janis e Teresa (Aitana Sánchez-Gijón), la madre di Ana, che a sua volta ha l'ultima occasione per coronare un sogno in tarda età, ovvero diventare attrice teatrale, anche a costo di lasciare la figlia da sola in una situazione difficile. Se lo spunto di partenza (lo scambio di neonati) può ricordare "Father and son" di Hirokazu Koreeda, gli sviluppi e l'approccio scelto da Almodóvar sono diversi: innanzitutto perché la vicenda è letta in chiave esclusivamente femminile (e femminista, tanto che la Cruz sfoggia a un certo punto una maglietta con su scritto "We should all be feminist"), con donne/madri/figlie/nipoti che vivono da sole, per scelta o per obbligo, e persino con un condimento lesbico (che forse era superfluo, ma è di Almodóvar che stiamo parlando...). Ma poi c'è altro: se i bambini rappresentano il futuro, anche il passato torna a fare capolino attraverso la sottotrama della fossa comune, con le vittime della guerra civile (parenti e antenati) che l'antropologo forense Arturo (Israel Elejalde), il padre della figlia di Janis, è incaricato di riesumare. Parentele future e passate (nonché vissuto privato e pubblico/politico) si toccano e si influenzano a vicenda, dunque, con numerosi "paralleli" anche in questo caso (donne costrette a restare da sole; il conflitto fra il bisogno di sapere e l'innocenza del vivere nell'ignoranza; lo stesso test del DNA che viene usato con obiettivi diversi: per chiarire i dubbi sulla maternità in un caso, per identificare i corpi dei parenti nel secondo). Penélope Cruz ha vinto a Venezia la Coppa Volpi come miglior attrice. Il cast comprende anche habitué almodovariane come Rossy de Palma (l'amica caporedattrice) e Julieta Serrano (la vecchia zia). Tipici del regista spagnolo (che si sbizzarrisce in un paio di scene, come quella del flashback che parte nel momento in cui Janis va ad aprire la porta ad Arturo) anche i colori della fotografia e delle scenografie. Nella colonna sonora spicca "Summertime" (una ninna nanna, simbolo del legame fra una madre e il suo bambino!) cantata da Janis Joplin (a cui il personaggio interpretato dalla Cruz deve il suo nome).

4 commenti:

Marisa ha detto...

Il punto di forza sta proprio nell'intreccio "parallelo" tra presente e passato, anzi tra passato e presente perché la relazione tra Janis (Penelope Cruz) e l'antropologo Arturo inizia proprio con il progetto di recuperare la memoria delle vittime del franchismo e restituire alle madri almeno il corpo martoriato dei figli. Lezione quanto mai necessaria in un tempo in cui la rimozione è sempre più "di moda".

Christian ha detto...

Il rapporto con il passato fa spesso capolino nei film recenti di Almodóvar (da "Julieta" a "Dolor y gloria"), ma mai come in questo caso in chiave politica e legata a un'intera comunità, anzi a un intero paese, cosa insolita per un regista di solito attento di più ai singoli personaggi o alle minoranze.

Ismaele ha detto...

anche se fa male, a volte, bisogna sapere la verità di tutto quello che è successo.
e quello che è successo, dice bene Janis, non si dimentica, non per vendetta, ma per giustizia.
e infatti la bambina torna ad Ana, così è giusto


https://markx7.blogspot.com/2021/11/madres-paralelas-pedro-almodovar.html

Christian ha detto...

Sì, la risoluzione finale mi è piaciuta molto.