22 novembre 2021

Il buco (Jacques Becker, 1960)

Il buco (Le trou)
di Jacques Becker – Francia 1960
con Marc Michel, Jean Keraudy
***1/2

Visto su YouTube.

Nella prigione de La Santé, a Parigi, il giovane Gaspard (Marc Michel) – in attesa di processo – viene trasferito di cella, e scopre che i suoi quattro nuovi compagni stanno progettando la fuga. Si unirà a loro, scavando un "buco" sul pavimento che porta ai sotterranei del carcere, e di lì, attraverso le fognature, verso la libertà... Da un romanzo di José Giovanni (co-sceneggiatore insieme al regista), ispirato a un fatto realmente accaduto nel 1947 (di cui fu protagonista proprio uno degli attori, Jean Keraudy, che interpreta sé stesso nei panni di Roland, l'ideatore del piano di fuga: è lui a introdurre la vicenda, rivolgendosi agli spettatori e spiegando: "Buongiorno. Il mio amico Jacques Becker ha ricostruito in tutti i dettagli una storia vera, la mia"), una pellicola bella e serrata, per certi versi simile al capolavoro di Bresson "Un condannato a morte è fuggito". Anche se qui la prospettiva è più corale e meno individuale, come in quello assistiamo meticolosamente alla lavorazione e messa in atto del progetto dei protagonisti, con lunghe inquadrature dei detenuti che martellano il pavimento, segano le sbarre e picconano i muri, il tutto mentre cercano di evitare di essere notati dai secondini e dalle guardie. La partecipazione dello spettatore è notevole, tanto da identificarsi come non mai con i criminali. Con molta inventiva e tante risorse, e nonostante i pochi mezzi a disposizione (per esempio, si costruiscono una clessidra artigianale per tenere conto del passare del tempo), i cinque arriveranno a un passo dalla libertà: a tradirli sarà la componente umana, e proprio l'aspetto psicologico (con l'analisi dei rapporti di amicizia, delle tentazioni e dei tradimenti) contribuisce a elevare il film dai limiti del suo genere. Ottima l'ambientazione, la fotografia in bianco e nero (di Ghislain Cloquet) e le interpretazioni: gli altri tre compagni di cella sono Philippe Leroy (il rude Manu), Raymond Meunier (l'estroso "Monsignore") e Michel Constantin (il tormentato Geo). Leroy e Costantin, in particolare, erano all'esordio. Piccole parti anche per André Bervil (il direttore del carcere), Jean-Paul Coquelin (il brigadiere) e Catherine Spaak (Nicole, la ragazza che fa visita a Gaspard). Da notare che, a parte Gaspard, non viene svelato il motivo della prigionia degli altri detenuti. È l'ultimo lavoro di Becker: il regista morì per una malattia genetica, a soli 54 anni, prima che il film potesse essere proiettato al festival di Cannes.

2 commenti:

Ismaele ha detto...

alcuni galeotti che scavano un buco per evadere dalla galera.
solo questo, ma guardi il film e scopri che una cosetta cosi semplice, si può raccontare in tanti modi, qui è raccontato da un maestro, con dei signori attori, senza musica, un gran film

Christian ha detto...

Ci sono molti film (anzi, capolavori) che si potrebbero raccontare in una riga soltanto... A fare la differenza, come dici tu, è la capacità affabulatoria e artistica dei loro creatori.