12 novembre 2021

Eternals (Chloé Zhao, 2021)

Eternals (id.)
di Chloé Zhao – USA 2021
con Gemma Chan, Richard Madden
**

Visto al cinema Colosseo.

Gli Eterni, razza di alieni immortali dotati di straordinari poteri, vengono inviati in tempi antichi sulla Terra dai loro colossali padroni, i Celestiali, affinché proteggano l'umanità dai mostruosi Devianti. E nel corso dei millenni, vivendo sul nostro pianeta (e affezionandosi ai suoi abitanti), ne fanno avanzare l'evoluzione tecnologica e culturale, dando fra l'altro origine a svariati miti e leggende. Ma quando, ai giorni nostri, scopriranno la vera natura della loro missione, saranno costretti a prendere una decisione drastica... Pur avendo anche avuto l'onore, in Italia, di una collana a fumetti personale di grande formato ai tempi dell'Editoriale Corno, gli Eterni sono sempre stati un gruppo di personaggi minori della Marvel, benché alcuni di essi (Sersi, Gilgamesh) abbiano fatto parte occasionalmente persino dei Vendicatori. Creati da Jack Kirby a metà degli anni Settanta, erano stati inizialmente immaginati come abitanti di un mondo a parte, separato dal resto dell'Universo Marvel: i temi grandiosi ed epici delle loro storie, con riferimenti alle religioni e alle antiche civiltà, ma anche la narrazione confusa, psichedelica e fin troppo ambiziosa, mal si accordava con le vicende degli altri supereroi, generando incoerenze (per dirne una: la presenza dei "veri" déi dell'Olimpo nelle storie di Thor) che autori successivi – da Roy Thomas a Neil Gaiman – hanno cercato di sanare. La scelta di affidare la regia del film a loro dedicato a Chloé Zhao, finora nota per pellicole d'autore intimistiche e documentaristiche (gli ottimi "The rider" e "Nomadland"), sembrava voler mitigare questi aspetti, riducendo almeno in parte la grandiosità della visione di Kirby e donando maggiore umanità e spessore ai personaggi. Peccato che la missione sia fallita: alla resa dei conti, "Eternals" (come al solito il titolo rimane in inglese, per questioni di marketing: nel doppiaggio, però, vengono chiamati "Eterni") è il solito polpettone supereroistico, lungo e pesante, a base di noiose scazzottate fra tizi con superpoteri (e con occasionali battutine forzate o riferimenti autoreferenziali al MCU che sembrano fuori posto in una storia per lo più "seria" e a sé stante); un film che mentre lo si guarda può anche coinvolgere: ma una volta terminato, se si riflette, ci si accorge di non aver assistito a niente di particolarmente innovativo o memorabile. È un prodotto fatto a tavolino, con ingredienti soppesati uno a uno, anche interessanti ma mal amalgamati.

I dieci Eterni di cui seguiamo le vicende, alternandoci fra il presente e i flashback ambientati nelle diverse epoche (dall'antica Mesopotamia al crollo dell'impero azteco) sono Ikaris (Richard Madden), dai poteri simili a Superman (cosa sottolineata nei dialoghi!), la trasmutatrice Sersi (Gemma Chan), la guaritrice Ajak (Salma Hayek), la guerriera Thena (Angelina Jolie), il forzuto Gilgamesh (Don Lee), la creatrice di illusioni nonché eternamente giovane Sprite (Lia McHugh), il manipolatore mentale Druig (Barry Keoghan), la velocista Makkari (Lauren Ridloff), il lanciatore di proiettili di energia Kingo (Kumail Nanjiani) e il creatore di armi e tecnologia Phastos (Brian Tyree Henry). In molti casi, i loro nomi lasciano capire a quali divinità o leggende hanno dato origine (Icaro, Circe, Atena, Mercurio, ecc.). Poco rimane però della caratterizzazione originale del fumetto, come dimostra il caso di Sersi, la vera e propria protagonista della pellicola, che perde tutti gli elementi che la rendevano unica e particolare come personaggio (nei comics era maliziosa e manipolatrice). L'ossessione hollywoodiana di questi tempi per l'inclusività, poi, porta a cambiamenti di sesso (Ajak e Makkari sono donne) e alla presenza di eroi neri, asiatici, indiani (Kingo, che si diletta come attore di Bollywood!), e persino gay (Phastos, il "primo supereroe dichiaratamente omosessuale della Marvel") o affetti da handicap (Makkari è muta). La cosa si è ritorta contro la stessa Marvel: per un motivo o per l'altro, il film è stato bandito o boicottato in Cina e in molti paesi del Medio Oriente. Nel complesso, come tentativo di "film Marvel d'autore", è un fallimento: il Thor di Kenneth Branagh e l'Hulk di Ang Lee avevano bilanciato meglio le esigenze del cinecomic con lo stile e la creatività dei rispettivi registi. Della Zhao restano l'uso dei paesaggi (gran parte della pellicola è stata girata in esterni), la fotografia naturalistica, e l'attenzione agli elementi etnici e globali. Nonostante il cast non brillante (fra i migliori: Keoghan, McHugh e sì, la Jolie) e le caratterizzazioni un po' semplicistiche dei protagonisti, è da apprezzare il fatto che questi supereroi/divinità sono imperfetti, al punto da dividersi in fazioni, combattersi fra loro o persino scegliere di ritirarsi dalla lotta. Nel finale, a sorpresa e a beneficio dei Marvel fan, ci sono apparizioni per Eros/Starfox e Pip il Troll, nonché per Dane Whitman/Cavaliere Nero (Kit Harington): agganci per un possibile sequel o semplicemente per altri film ambientati nel MCU.

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