The last duel (Ridley Scott, 2021)
The last duel (id.)
di Ridley Scott – USA/GB 2021
con Matt Damon, Adam Driver, Jodie Comer
**1/2
Visto al cinema Colosseo.
Un tempo amici, gli scudieri – e poi cavalieri – Jean de Carrouges (Matt Damon) e Jacques Le Gris (Adam Driver) diventano progressivamente rivali, quando le fortune del primo presso il conte Pierre II d'Alençon (Ben Affleck) cominciano a calare e quelle del secondo a crescere. Dopo aver accusato l'avversario di aver approfittato della sua assenza dal castello per violentare sua moglie Marguerite (Jodie Comer), circostanza che Jacques nega, Jean ottiene dal re e dal parlamento di Parigi di potersi battere a duello contro di lui per stabilire chi dice la verità. Siamo nella Francia di Carlo VI, alla fine del quattordicesimo secolo, e il loro passerà alla storia come l'ultimo "duello di Dio", ovvero l'ultimo duello giudiziario ufficialmente riconosciuto. Da un fatto di cronaca realmente accaduto (e che fece scalpore tanto all'epoca quanto nei secoli successivi: ne parleranno fra gli altri Jean Froissart, Diderot e Voltaire), una pellicola che utilizza una struttura alla "Rashomon" per farci assistere alla stessa storia tre volte, narrata dal punto di vista rispettivamente di Jean, di Jacques e di Marguerite. Le loro tre "verità", a dire il vero, non appaiono troppo in contraddizione fra loro (come invece succedeva nel capolavoro di Kurosawa): semplicemente varia il "sentimento", l'interpretazione di fatti che ciascuno abbellisce o sfuma a seconda della propria sensibilità. E così, per esempio, il matrimonio fra Jean e Marguerite risulta felice agli occhi di lui, infelice a quelli di lei; l'assalto di Jacques alla donna è un atto d'amore secondo Le Gris, un sopruso secondo Marguerite; e Jean si percepisce come un guerriero valoroso a cui vengono fatti dei torti, mentre gli altri lo vedono come un incolto caparbio e irascibile. La sceneggiatura (di Damon e Affleck, insieme a Nicole Holofcener), tratta dal romanzo di Eric Jager, è un po' meccanica, con un ardito (e troppo insistito) parallelo fra il ruolo della donna nei secoli bui (assoggettata al controllo degli uomini, e impossibilitata a difendersi da sola) e il movimento #MeToo degli anni recenti. Pare evidente anche un rimando (per lo meno tematico) al primo film in assoluto di Ridley Scott, "I duellanti", anche se questo è di grana più grossa. Nel complesso un film interessante, graziato da buone prove (l'ottimo Driver e l'intensa Comer su tutti) e un buon livello di ricostruzione storica. La fotografia di Dariusz Wolski è molto fredda: dopotutto eravamo in una "piccola era glaciale".
4 commenti:
A me è piaciuto tantissimo. Il duello finale mozza il fiato, le varie ricostruzioni sono coinvolgenti, e gli attori davvero in stato di grazia. Sì, non è I duellanti, ma come Ultimo duello mi ha soddisfatta molto, nell'attesa che arrivi House of Gucci!
A proposito, perché non intitolarlo da noi "L'ultimo duello"? Mah, i distributori italiani non li capirò mai!
Si poteva osare molto di più ma, come Scott ci ha ben insegnato, poteva anche andare molto peggio...
Nel complesso mi è piaciuto.
Anche a me è piaciuto, nel complesso. Da Scott ormai ci si può aspettare davvero di tutto, nel bene e nel male!
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