18 ottobre 2021

American psycho (Mary Harron, 2000)

American Psycho (id.)
di Mary Harron – USA 2000
con Christian Bale, Chloë Sevigny
***

Visto in TV (Netflix).

Patrick Bateman (uno straordinario Bale), giovane broker di Wall Street e quintessenza dello yuppie newyorkese durante gli anni Ottanta (si vede Reagan in televisione), è segretamente un serial killer. Ha continuamente il bisogno di commettere omicidi violenti, un bisogno che sfoga su prostitute e senzatetto, ma anche – occasionalmente – sui propri colleghi, come nel caso di Paul (Jared Leto), che fa a pezzi con un'ascia. Dal romanzo cult di Bret Easton Ellis, uno dei ritratti più cinici, immorali e nichilisti (ma con toni da black comedy, bizzarramente accattivanti) del lato oscuro del capitalismo e del sogno americano, attraverso la figura di uno psicopatico sui generis che incarna una delle figure chiave dell'economia statunitense, il gestore di fondi d'investimento. Dedito alla cura del proprio corpo, all'edonismo e al narcisismo, ammiratore di Donald Trump (ma anche di Ted Bundy), fa sfoggio di ricchezza, frequenta ristoranti alla moda (o millanta di farlo), veste abiti firmati e confronta lo stile dei propri biglietti da visita con quelli dei colleghi: ma se questi sono semplicemente vuoti e superficiali, lui è anche misogino, sadico, violento e perverso. Narrata con uno stile così lucido da sembrare quasi astratto, la storia in sé è alquanto lineare (Bateman è sempre al centro dell'attenzione, non seguiamo altri personaggi all'infuori di lui, tanto da invitare quasi a una sorta di "partecipazione" ai suoi delitti), anche se nel finale si colora di ambiguità, suggerendo che tutto si svolga nella sua folle immaginazione: a questo proposito anche il romanzo lasciava intendere che Bateman fosse un narratore inaffidabile. Ciascuno dei delitti è abbinato a un diverso brano musicale (di Huey Lewis and the News, Phil Collins, Whitney Houston e i Genesis) che Patrick ascolta su CD, spiegandolo e introducendolo alla propria vittima. Frase tormentone (che contribuisce al collocamento temporale della vicenda): "Devo restituire delle videocassette". Chloë Sevigny è Jean, la segretaria di Bateman. Willem Dafoe è il detective della polizia. Nel cast anche Justin Theroux, Bill Sage, Josh Lucas, Reese Witherspoon, Samantha Mathis e Cara Seymour. Pur dividendo il pubblico e suscitando controversie per le scene di sesso e violenza, il film è stato accolto con favore dalla critica. Il titolo, forse involontariamente, rievoca il classico di Hitchcock "Psycho". "Le regole dell'attrazione", uscito nel 2002, ne è uno spin-off.

3 commenti:

Babol ha detto...

Uno dei miei film preferiti di sempre. Ricordo quanto ero rimasta sconvolta dalla prima visione e quanto, soprattutto, dalla lettura del romanzo, ancora più scioccante e "incomprensibile". Meraviglioso.

Christian ha detto...

Anche a me è piaciuto molto, è perfetto per ritrarre lo "spirito del tempo"! Mi pare che la regista non abbia fatto nient'altro di memorabile (non l'avevo mai sentita nominare). Il romanzo non l'ho letto...

Babol ha detto...

La regista in seguito si è un po' persa.
The Moth Diaries vuole essere morbosetto e "delirante" ma è di una noia mortale, mentre Charlie Says, che racconta la storia di Charles Manson, è più valido ed interessante ma non sembra neppure girato da lei.
Il romanzo è per stomaci forti, ricordo un paio di capitoli in particolare che mi hanno lasciata sconcertata per giorni.