The guilty (Antoine Fuqua, 2021)
The Guilty (id.)
di Antoine Fuqua – USA 2021
con Jake Gyllenhaal, Christina Vidal
*1/2
Visto in TV (Netflix).
Mentre Los Angeles è preda al caos e le sue colline sono scosse dall'emergenza incendi, Joe Baylor (Gyllenhaal), poliziotto caduto in disgrazia e sotto processo per abuso della forza, deve affrontare un difficile turno di notte come operatore del 911, il centralino delle emergenze. E quando viene chiamato da una donna che afferma di essere stata rapita dall'ex compagno (e che gli telefona fingendo di stare parlando con la figlia), si prende personalmente a cuore la missione di salvarla. Anche perché ci sono di mezzo dei bambini, e Joe, fra una miriade di problemi personali, corre anche il rischio di perdere ogni rapporto con la propria figlioletta... Il messaggio, un po' banale, è "Chi soffre salva chi soffre". Remake del film danese "Il colpevole - The Guilty" di Gustav Möller, del 2018: un one-man-show che si svolge praticamente tutto in un unico ambiente (il centralino del 911) e con un solo attore (più una manciata di comparse intorno a lui) che comunica con il mondo esterno attraverso microfono e computer, mentre la vicenda è narrata esclusivamente per mezzo delle voci degli altri personaggi. L'idea è buona, anche se non certo nuova (basti pensare, in tempi recenti, al ben più riuscito "Locke"): peccato che la meccanica sia melodrammatica, la sceneggiatura abbia diversi buchi logici e la caratterizzazione sia snervante e problematica, con un protagonista sempre nervoso, collerico e impulsivo, a cui nessuno dice mai niente con chiarezza. Il tutto solo per fare andare avanti la storia e per giustificare il colpo di scena a metà pellicola, peraltro non imprevedibile. Aggiungiamoci un doppiaggio dei personaggi secondari non proprio eccellente, che per un film basato solo su dialoghi e voci non è certo il massimo (ah, se lo avessero doppiato negli anni 70/80, quando la qualità dei doppiatori italiani era ben diversa!): in originale le voci sono, fra gli altri, di Ethan Hawke, Riley Keough, Paul Dano e Peter Sarsgaard. In ogni caso, è un film evidentemente girato al risparmio (cachet del protagonista a parte). Regia mediocre.
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