7 ottobre 2021

Il posto (Ermanno Olmi, 1961)

Il posto
di Ermanno Olmi – Italia 1961
con Sandro Panseri, Loredana Detto
***1/2

Visto in TV (Prime Video).

Da Meda, cittadina della Brianza, il giovanissimo Domenico (Panseri) si reca a Milano nella speranza di farsi assumere in una grande azienda. Siamo infatti negli anni del boom economico, quando un posto fisso come impiegato, specie in una grande città, era ormai un'alternativa preferibile al lavoro in campagna ("È un posto sicuro per tutta la vita"). Dopo una lunga serie di esami Domenico viene assunto, ma è mandato in un reparto esterno dove, in attesa che si liberi un posto da impiegato, viene utilizzato come fattorino. Nel frattempo ha conosciuto una ragazza, la spigliata Antonietta (Loredana), che si fa chiamare Magalì (alla francese) ed è stata assunta insieme a lui ma nella sede centrale, e faticherà per rivederla... Il secondo lungometraggio di Ermanno Olmi, dopo una lunga serie di corti e di documentari industriali (girati prevalentemente per la Edison, dove lavorava: gli uffici e i palazzi dove si svolge il film sono proprio quelli milanesi della società energetica), è un ritratto delicato e intimo di un momento chiave della società italiana, caratterizzato dallo sviluppo del settore terziario e dalla nascita del consumismo, visto attraverso gli occhi di un giovane sperduto, timido e silenzioso. I toni sono realistici (evidente la lezione del neorealismo), ma con una vena surreale e malinconica (vedi la descrizione dell'ambiente di lavoro e dei vari colleghi, ognuno con le proprie manie o idiosincrasie, e soprattutto la sequenza finale del ballo di capodanno organizzato dal dopolavoro aziendale) che in certe cose sembra anticipare Iosseliani ("La caduta delle foglie") o Kaurismäki. La pellicola è preziosa anche per la cura nella descrizione dell'ambiente, ritratto in un momento di passaggio in cui il vecchio dialetto milanese convive con la modernità (si intravede Piazza San Babila sventrata dal cantiere per la metropolitana), il tutto senza di perdere di vista le peripezie intime del giovane protagonista, più interessato a rivedere la ragazza di cui si è invaghito che non al suo nuovo lavoro, una routine ("Siamo una sorta di grande famiglia") triste e ben poco accattivante (gli uffici, la mensa), nella quale si sente a poco agio, anche perché circondato da persone più anziane di lui e che spesso non lo degnano di uno sguardo (fa eccezione l'usciere che lo prende sotto la sua protezione). Gli attori erano quasi tutti non professionisti: uno degli esaminatori è interpretato dal critico Tullio Kezich.

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