11 settembre 2021

Matrix Revolutions (Wachowski, 2003)

Matrix Revolutions (The Matrix Revolutions)
di Andy e Larry Wachowski – USA 2003
con Keanu Reeves, Carrie-Anne Moss
*1/2

Rivisto in divx.

Terzo episodio di "Matrix", girato in contemporanea al secondo e che nelle intenzioni avrebbe dovuto concludere la trilogia (mentre scrivo è invece in preparazione un quarto capitolo). Avevamo lasciato Neo (Reeves) in coma, al termine del precedente "Matrix Reloaded", dopo essere riuscito in qualche modo a usare i suoi poteri contro le macchine anche al di fuori del mondo virtuale di "Matrix". La sua coscienza si trova ora in una sorta di "limbo", da dove viene recuperato dai suoi amici – Trinity e Morpheus, aiutati per l'occasione dal misterioso Seraph (Collin Chou) – che hanno avuto la meglio sul Merovingio. Mentre Zion, la città sotterranea degli ultimi uomini liberi, è assediata dalle terribili "seppie", Neo comprende che l'unico modo per ottenere la fine della guerra è quello di andare a trattare direttamente con le macchine nel loro quartier generale. Qui proporrà un patto: in cambio della pace, sconfiggerà definitivamente l'agente Smith (Hugo Weaving), programma senziente ormai sfuggito ad ogni controllo, che replicandosi come un virus ha già invaso ogni angolo di Matrix e minaccia di impadronirsi anche del mondo esterno (dove è già giunto una volta, "infettando" Bane (Ian Bliss), uno dei soldati umani). Se la sceneggiatura tira le fila della vicenda, il film – stroncato da pubblico e critica – ne banalizza anche la complessità e completa definitivamente il distacco dalle tematiche che avevano fatto la fortuna dell'originale. Basti pensare che, a parte un incipit peraltro verboso e pretenzioso (costellato com'è di dialoghi costituiti da una serie di domande e risposte fumose, piene di filosofia spicciola sull'amore e il karma) e lo scontro conclusivo con Smith, la maggior parte dell'azione non si svolge nel mondo virtuale che dà il nome alla serie ma in quello reale (con la fotografia che passa dai toni dominanti di verde a quelli di blu), impegnati a seguire l'assedio delle "seppie" contro la città di Zion, difesa da soldati in esoscheletri metallici. Messa da parte ogni suggestione filosofica o concettuale, il film si trasforma dunque in una pellicola fracassona di fantascienza bellica, allontanandosi dalle radici cyberpunk e dai temi digitali/informatici (retrò o meno), i cui pochi elementi superstiti annegano in un mare di genericità e di fuffa. Ancora più imperdonabile, pertanto, è l'anticlimaticità del finale. Le macchine tanto temute, che tengono prigionieri da oltre un secolo gli esseri umani, non solo non vengono sconfitte ma si scende a patti con esse, con la scusa di un "nemico comune" da debellare (ovvero Smith, contro cui Neo si batte nell'unica sequenza degna di essere ricordata, lo scontro nella città sotto la pioggia). La trovata delude su più fronti, compresa la sua pretestuosità e la maniera improvvisa con cui viene calata sul tavolo da gioco (e forse i Wachowski ne erano in parte consapevoli, visto il nome – "Deus ex machina"! – che hanno dato al "re delle macchine"). Poco cerimonioso anche il destino dei tre personaggi classici della serie: Neo e Trinity escono (per ora) di scena, Morpheus è ridotto a un semplice comprimario, mentre è incredibile la quantità di tempo e spazio sprecata a seguire personaggi minori, di cui non ci importa nulla, durante l'assedio di Zion (Zee, Kid, Mifune...). Fra le new entry anche l'Uomo del Treno (Bruce Spence), programma al servizio del Merovingio. Mary Alice sostituisce Gloria Foster nel ruolo dell'Oracolo. Il quarto capitolo, diretto dalla sola Lana (ex Larry) Wachowski, dovrebbe chiamarsi "Matrix Resurrections".

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