21 settembre 2021

I Mitchell contro le macchine (M. Rianda, 2021)

I Mitchell contro le macchine (The Mitchells vs the Machines)
di Mike Rianda, Jeff Rowe – USA 2021
animazione digitale
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Visto in TV (Netflix).

Famiglia scalcinata e disfunzionale (soprattutto per via del difficile rapporto fra la figlia maggiore, Katie, aspirante cineasta in procinto di trasferirsi in un college in California, e il padre Rick, appassionato di natura e sopravvivenza che non sembra comprendere o apprezzare i talenti della giovane adolescente), i Mitchell sono tutt'altro che perfetti: eppure toccherà a loro salvare il mondo quando i robot prodotti dal guru dell'elettronica di consumo Mark Bowman (una sorta di Steve Jobs), capeggiati da un'intelligenza artificiale contenuta in un telefono cellulare, cercheranno di impadronirsi del pianeta. Divertente film d'animazione, prodotto da Phil Lord e Christopher Miller (quelli di "Piovono polpette" e "Lego Movie"), co-sceneggiato con Jeff Rowe e diretto da Mike Rianda, che si sarebbe ispirato (pare) alle dinamiche della sua stessa famiglia e ai ricordi dei viaggi in auto durante le vacanze estive. Per riallacciare i rapporti con Katie, infatti, Rick si propone di accompagnarla al college in auto insieme al resto della famiglia (la madre Linda, "collante" che si sforza di tenere unito il gruppo, e il figlio piccolo Aaron, appassionato di dinosauri). Della comitiva fanno parte anche il cane strabico Monchi e due dei robot cattivi, diventati buoni perché difettosi. Simpatico e vivace, il film – come gran parte dell'intrattenimento su larga scala di Hollywood – insiste ripetutamente sui suoi messaggi, veicolati praticamente ogni due minuti a beneficio di uno spettatore distratto: l'unità della famiglia, che deve rimanere tale anche quando uno dei figli è ormai adulto e vorrebbe andare per la propria strada, e l'eccessiva dipendenza dalle tecnologie (cellulari ed elettrodomestici smart in primis), che fra le altre cose rappresentano una barriera fra le generazioni più giovani e quelle più anziane e meno avvezze all'uso dei computer. Il tutto avvolge di retorica non necessaria quella che sarebbe stata una divertente avventura che gioca con i cliché delle pellicole di fantascienza apocalittica (evidenti i rimandi a "Terminator"), diminuendo in parte la gradevolezza dell'insieme, anche se il parallelo fra l'interconnessione digitale e quella famigliare (il titolo del film, in un primo momento, avrebbe dovuto essere proprio "Connected") non è banale. Fra le righe si capisce che Katie è lesbica. Interessanti il disegno e l'animazione, che combinano varie tecniche (dal collage al tratto a matita), in maniera non dissimile da "Spider-Man: Un nuovo universo" (dove già c'era lo zampino di Phil Lord). La pellicola sarebbe dovuta uscire nei cinema a inizio 2020, poi – un po' per motivi commerciali, un po' per via del Covid – è stata posticipata più volte, fino a essere distribuita direttamente in TV, sulla piattaforma Netflix.

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