Matrix Reloaded (Wachowski, 2003)
Matrix Reloaded (The Matrix Reloaded)
di Andy e Larry Wachowski – USA 2003
con Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Carrie-Anne Moss
*1/2
Rivisto in divx.
In seguito all'enorme (e non scontato) successo del primo "Matrix", furono messi in cantiere non uno ma ben due seguiti, girati contemporaneamente e distribuiti nelle sale a sei mesi di distanza l'uno dall'altro, con tanto di cliffhanger alla fine del primo. Un cliffhanger che non fu gradito dal pubblico, all'epoca poco abituato ad assistere a un film "che non terminava": certo, c'era appena stato il precedente della trilogia de "Il Signore degli Anelli" e, qualche decennio prima, quello degli ultimi due film di "Ritorno al futuro", ma in questo caso la scritta "To be continued" giungeva davvero troppo repentina e inaspettata, per di più dopo una visione già estenuante. È infatti un po' tutto il film a deludere chi aveva apprezzato il precedente (chi invece non lo aveva visto, richiamato in sala dall'hype, si trovò di fronte a una pellicola quasi incomprensibile, dato che la conoscenza delle premesse della storia vengono date per scontate). La trama è assai convoluta, ma può essere riassunta in qualche modo: avendo ormai accettato il ruolo dell'Eletto che, secondo una profezia, porrà fine alla lunga guerra fra l'umanità e le macchine che tengono prigioniera la razza umana nel mondo virtuale di "Matrix", l'ormai onnipotente Neo (Reeves) viene a sapere dall'Oracolo (Gloria Foster) – che scopre essere a sua volta un programma senziente – qual è la sua missione: raggiungere la "Sorgente" del programma. Per farlo avrà bisogno del Fabbricante di Chiavi (Randall Duk Kim), tenuto prigioniero dal perfido Merovingio (Lambert Wilson), e nel frattempo vedersela con l'Agente Smith (Hugo Weaving), ormai slegatosi dal sistema e diventato una sorta di virus in grado di auto-duplicarsi. Ma quando, grazie all'aiuto degli amici Morpheus (Fishburne) e Trinity (Moss), raggiungerà la Sorgente, verrà a sapere dall'Architetto (Helmut Bakaitis) – colui che ha progettato Matrix – che la profezia era falsa, e che il suo ruolo è sempre stato quello di facilitare la distruzione di Matrix per farla rinascere da zero, cosa già accaduta cinque volte in passato. Tuttavia si ribellerà e tornerà nel mondo reale, nel tentativo di salvare la città sotterranea di Zion (dove vivono i pochi umani rimasti liberi) dall'imminente attacco delle macchine.
Ciò che nel primo film era affascinante (il tema del "risveglio" e della scoperta di una realtà virtuale) viene qui messo da parte per costruire un mondo su più ampia scala, e l'impressione è che non fosse necessario (scompare del tutto, fra l'altro, il punto di vista di chi vive ignaro all'interno di Matrix). Pachidermico, noioso, pieno di elementi poco ispirati o che appaiono fuori contesto (a partire dal ballo sensuale degli abitanti di Zion), con una marea di personaggi del tutto superflui (Lock, Niobe, il "navigatore" Link, il consigliere Hamann....) e situazioni che si succedono una dopo l'altra, spesso slegate fra di loro come le missioni di un videogioco, il lungometraggio appare privo di equilibrio e disorganico, barcamenandosi sull'alternanza fra le (vuote) riflessioni filosofiche sui concetti di destino e di libera scelta, e lunghe (e noiose) scene d'azione assai meno indovinate e spettacolari di quelle del film precedente, oltre che prive di adrenalina per l'eccesso di ralenti nella loro messa in scena (il bullet time non è più una novità). A proposito di queste, da ricordare comunque la lotta di Neo contro i tanti Smith, e quella con gli sgherri del Merovingio (fra cui due fantasmi albini gemelli) che culmina nell'inseguimento in autostrada. Certo, se uno può piegare a piacimento la realtà, non si capisce perché continui a lottare usando le arti marziali. In generale Neo è ormai un non-personaggio, un tool privo di caratterizzazione, buono solo per far avanzare la storia e assumere, nel finale, ulteriori connotati messianici (addirittura "resuscita" Trinity, dopo che era morta come da sua premonizione). Ma il punto più basso della pellicola è forse l'apparizione della pessima Monica Bellucci nel fugace ruolo di Persephone, la moglie del Merovingio: ancor più nell'edizione italiana, quando parla con la sua indecente dizione (che crea uno scarto respingente rispetto ai doppiatori professionisti che danno voce agli altri personaggi). La fotografia insiste ancora di più sulle tonalità di verde quando ci si trova dentro Matrix, per distinguere quel mondo da quello reale. Gloria Foster e Aaliyah (che doveva interpretare Zee, la compagna di Link, poi sostituita da Nona Gaye) sono morte durante le riprese. Ottimo il risultato al botteghino: ma poi il terzo capitolo, "Matrix Revolutions", incasserà la metà di questo.
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