29 gennaio 2021

Avventure di un uomo invisibile (J. Carpenter, 1992)

Avventure di un uomo invisibile (Memoirs of an invisible man)
di John Carpenter – USA 1992
con Chevy Chase, Daryl Hannah
**1/2

Visto in TV (Prime Video).

L'agente di cambio Nick Halloway (Chevy Chase) diventa invisibile quando per errore rimane vittima di un esperimento scientifico andato male. Braccato da Jenkins (Sam Neill), scheggia impazzita della CIA che intende usarlo a scopi illegali, cercherà di sfuggirgli (e di ricostruirsi una vita) grazie anche alla bella Alice (Daryl Hannah), di cui si è innamorato. Ispirato a un romanzo di Harry F. Saint sceneggiato da William Goldman, un remake – in chiave di commedia romantica e avventurosa, più che horror – del classico "L'uomo invisibile" di James Whale (tratto dal libro di H.G. Wells), di cui "attualizza" temi e personaggi. Il nome dell'attore protagonista (nonché quello del regista inizialmente previsto, Ivan Reitman) suggeriscono in realtà toni più comici di quelli che effettivamente si riscontrano: non siamo di fronte a una parodia ma a una pellicola fantastica con tutti i crismi, che si dipana con coerenza a partire da una premessa assurda (un uomo davvero invisibile dovrebbe essere anche cieco, per esempio) e ricorre persino a sfumature noir. Gran parte della storia è raccontata in flashback dal protagonista, lasciando intendere che stia per morire: ma nel finale si ribaltano le attese. Per "mostrare" l'invisibilità di Nick sullo schermo, la regia ricorre alternativamente ad effetti speciali (compresa una sequenza in cui si toglie le bende rivelando che sotto non si vede nulla, proprio come Claude Rains nel classico del 1933) e alla trovata di lasciare che l'attore sia visibile agli spettatori ma non a sé stesso o agli altri personaggi. Flop di critica e di pubblico, e talvolta indicato come il peggior lavoro di John Carpenter (sicuramente uno dei meno personali), in realtà non è poi così male e può contare, al di là di alcuni luoghi comuni, su una caratterizzazione che scava nella dimensione più intima del personaggio: di Nick, abulico, privo di interessi e di veri affetti, si dice per esempio che "era già invisibile anche prima di diventarlo", e la sua solitudine e malinconia sono palpabili. La scelta di Chase come protagonista, all'apparenza discutibile, si rivela dunque indovinata, con l'attore capace di recitare anche fuori dalla sua routine comica. Meno azzeccati i comprimari, ovvero Neill e la Hannah, scontati e prevedibili come i loro personaggi. Nel cast anche Michael McKean (l'amico George), Stephen Tobolowsky e Patricia Heaton. Il titolo originale del film ha forse ispirato quello della più bella storia di Dylan Dog, "Memorie dall'invisibile". Altri adattamenti moderni del romanzo di Wells usciranno nel 2000 ("L'uomo senza ombra" di Paul Verhoeven) e nel 2020 ("L'uomo invisibile" di Leigh Whannell).

4 commenti:

Unknown ha detto...

Il film minore, che guarda da bambino venti volte divertendoti e poi da grandicello scopri che lo ha diretto il tuo regista preferito. Per me con questo film è andata così, un titolo su commissione frutto di un contratto capestro, che ancora oggi mi diverte, malgrado io non riesca proprio a sopportare Chevy Chase. Cheers!

Christian ha detto...

In effetti è un titolo che si tende a dimenticare quando si pensa alla filmografia di Carpenter... Tutto sommato invece non è così male! Chase qui a me non è dispiaciuto, proprio perché fuori ruolo, ma sicuramente è un attore più in linea con Ivan Reitman (che avrebbe dovuto essere il regista originale) che con Big John...

SamSimon ha detto...

Interessante, pensa che per me Chevy Chase è proprio la parte peggiore del film invece! X--D

Il tocco di Carpenter comunque si nota in parecchi passaggi!

Christian ha detto...

A me Chase è piaciuto per la dissonanza: ci si aspetta che faccia il buffone, invece è quasi malinconico...

Carpenter è uno di quei registi che lascia qualcosa di suo anche nei lavori più anonimi e svogliati. Un po' come Peckinpah...