5 gennaio 2021

How a mosquito operates (W. McCay, 1912)

How a mosquito operates, aka Winsor McCay and his Jersey Skeeters
di Winsor McCay – USA 1912
animazione tradizionale
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Visto su YouTube.

Se il precedente "Little Nemo" del 1911, così come altri pionieristici film d'animazione (per esempio quelli di James Stuart Blackton ed Émile Cohl), non raccontavano una storia vera e propria ma erano sequenze di immagini in libertà, semplici dimostrazioni di come si potessero far "muovere" dei disegni (o dare l'illusione che si muovessero) mostrando un pot-pourri di situazioni o un "flusso di coscienza", con questa opera seconda McCay realizza un'ulteriore pietra miliare nel campo del cinema d'animazione, illustrando una storia compiuta e incentrata su un personaggio. La vicenda – ispirata a una tavola della sua serie a fumetti "Dream of a rarebit fiend", serie che già aveva dato origine a un film dal vivo nel 1906 – è quella di una zanzara (anzi, un zanzarone gigante, con tanto di valigetta e cappello come se fosse un medico in visita: non a caso il titolo la accomuna a un chirurgo che "opera") che si introduce nella casa di un uomo e lo punge ripetutamente mentre questo dorme, gonfiandosi di sangue fino a scoppiare. Il mix di umorismo, realismo, orrore e grottesco pare addirittura anticipare i lavori di Bill Plympton, che peraltro utilizzerà la stessa tecnica di McCay, ovvero il disegnare a mano ogni singolo fotogramma, un metodo (allora come adesso) enormemente dispendioso, che richiede tempo e fatica. McCay disegna infatti ogni volta non solo i personaggi ma anche gli sfondi (per quanto essenziali e minimalisti: la porta di casa, il letto, le coperte), non essendo stata ancora inventata la tecnica dei rodovetri (fogli trasparenti su cui si disegnano solo i personaggi, da sovrapporre a un fondale che rimane invece lo stesso per ogni fotogramma). Il cortometraggio – che conta 6000 disegni su carta di riso, 2000 in più di "Little Nemo", per 6 minuti di durata – fece scalpore anche per il (relativo) naturalismo e la grande scorrevolezza dell'animazione, assai superiore a quella di altri film contemporanei, e influenzò molti animatori successivi, quali Raoul Barré e John Randolph Bray. Come per "Little Nemo", la sequenza animata era anticipata da un prologo in live action, oggi andato perduto, con McCay e sua figlia tormentati dalle zanzare nella loro casa in New Jersey (dove, all'inizio del secolo, era in atto una vera invasione di questi insetti, chiamati infatti "Jersey skeeter") e uno scienziato che parla la lingua degli insetti, che chiede al disegnatore di illustrare in un film "il modo con cui le zanzare operano". Alcune copie della pellicola, anch'esse non sopravvissute, furono colorate a mano.

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