28 gennaio 2021

Scontri stellari oltre la terza dimensione (L. Cozzi, 1978)

Scontri stellari oltre la terza dimensione (Starcrash)
di Luigi Cozzi – USA/Italia 1978
con Caroline Munro, Marjoe Gortner
*1/2

Visto in TV (Prime Video).

La piratessa spaziale Stella Star (Caroline Munro), insieme al fido Akton (Marjoe Gortner), avventuriero dotato di poteri speciali, e al robot poliziotto Elle (Judd Hamilton), viene incaricata dall'imperatore cosmico (Christopher Plummer) di rintracciare il "pianeta fantasma" da cui il malvagio conte Zarth Arn (Joe Spinell) minaccia di distruggere l'universo con un'arma segreta. Nel corso delle sue avventure, spostandosi da un pianeta all'altro, Stella Star dovrà vedersela con tribù di amazzoni (guidate da Nadia Cassini) e uomini primitivi, sventare il tradimento del perfido Thor (Robert Tessier) e salvare il figlio dell'imperatore, Raima (David Hasselhoff), di cui si innamorerà. Realizzato sull'onda del successo di "Guerre stellari" (che richiama in parte già dal titolo: e ci sono anche spade laser), ma ispirato anche a "Flash Gordon", "Buck Rogers", "Barbarella", "Valerian" e mille altri film o fumetti di fantascienza (per lo più nell'ambito della space opera e della science fantasy), un colorato pastiche di Serie B che non si fa problemi a mostrarsi ridicolo, puerile, eccentrico e sopra le righe (e questo è un pregio, intendiamoci: è quasi una parodia!). D'altronde eravamo proprio in quel momento di passaggio in cui la fantascienza (e il cinema fantastico in generale), grazie al film di George Lucas, stava per affrancarsi dalle produzioni a basso budget per diventare sinonimo di blockbuster hollywoodiano con costi e incassi milionari. Qui, dai modellini chiaramente fasulli ai costumi discinti, dalle scenografie agli effetti speciali, per non parlare della recitazione, dei dialoghi, della storia e dei personaggi, tutto è così goffo e sconclusionato, pulp e campy, da farsi quasi voler bene per tenerezza. Stelle dai colori vivaci, cattivi da fumetto anni '30, buoni che esclamano "Per tutte le stelle!" o "Per l'universo!", poteri assurdi che vanno e vengono (l'imperatore che ferma il tempo), scienza che confina con la magia... e non dimentichiamo le battaglie fra astronavi e le sequenze con il colosso gigante e i robot animati a passo uno (alla Ray Harryhausen). Cozzi (che si firma con il suo pseudonimo inglese, Lewis Coates) contribuisce anche al soggetto, mentre la produzione è americana (Nat e Patrick Wachsberger). Il nome più noto fra quelli coinvolti è forse il compositore della colonna sonora, John Barry. Ridicolizzato alla sua uscita (e anche dopo), con gli anni il film ha naturalmente conquistato un proprio nucleo di fan.

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