Sotto tiro (Roger Spottiswoode, 1983)
Sotto tiro (Under fire)
di Roger Spottiswoode – USA 1983
con Nick Nolte, Joanna Cassidy
**1/2
Visto in divx alla Fogona.
Russell Price (Nolte), affermato fotoreporter che gira il mondo per catturare immagini di guerra con grande sprezzo del pericolo ma poco interesse per i reali motivi dei conflitti, si reca in Nicaragua per documentare la rivoluzione sandinista in atto contro la dittatura del presidente Anastasio “Tacho” Somoza, sostenuto dalla CIA ma in crescente difficoltà. Inizialmente neutrale e interessato soltanto a fotografare il leader dei ribelli (il comandante Rafael, una carismatica figura alla “Che” Guevara), senza volerlo Russell si lascerà coinvolgere sempre di più dalle ragioni del popolo in rivolta, finendo per aiutarne la causa grazie a una fotografia fasulla che mostra Rafael ancora in vita dopo la sua morte. E le cose precipiteranno quando il suo collega ed amico Alex (Gene Hackman) – con il quale è in rivalità per la stessa donna, Claire (Cassidy) – viene ucciso a sangue freddo dai soldati di Somoza. Il dittatore tenterà di insabbiare tutto, ma proprio le immagini scattate da Russell riveleranno la verità e daranno l'ultima spallata al regime, facendogli perdere i consensi del governo statunitense. Fra finzione e realtà (la vicenda è ispirata alla storia vera del giornalista Bill Stewart), un interessante film su una delle tante rivoluzioni dell'America latina nella seconda metà del ventesimo secolo, vista attraverso gli occhi di un giornalista che si illude che documentare la realtà con il suo obiettivo lo metta al riparo dallo schierarsi o dal dover compiere una scelta di campo. Jean-Louis Trintignant è l'ambiguo ma affabile Marcel Jazy, spia francese che agisce dietro le quinte per mantenere Somoza al potere. Ed Harris è il mercenario Oates che, incurante di ogni ideale e di ogni valore (come, in fondo, inizialmente è lo stesso Russell, tanto che i due sono amici), si presta alle maggiori nefandezze quasi senza badare alla parte da cui sta, al punto da festeggiare alla fine la vittoria dei ribelli nonostante abbia combattuto contro di loro. Buona la regia, la fotografia e le interpretazioni. Interessante la colonna sonora di Jerry Goldsmith con Pat Metheny (una traccia della quale è stata riciclata da Quentin Tarantino in "Django Unchained").
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