23 agosto 2018

Manifesto (Julian Rosefeldt, 2015)

Manifesto (id.)
di Julian Rosefeldt – Australia/Germania 2015
con Cate Blanchett
*1/2

Visto in TV, in originale con sottotitoli.

Da un'installazione multischermo (di cui è il compendio), un film in cui Cate Blanchett – che interpreta 13 differenti personaggi – recita frasi tratte da numerosi e celebri "manifesti" politici, economici, artistici e culturali degli ultimi due secoli (da quello del partito comunista di Marx ed Engels, a quello del surrealismo di André Breton, passando per i futuristi, gli espressionisti, i costruttivisti...). I contesti sono i più vari: un barbone recita il manifesto situazionista di Guy Debord, un'insegnante a scuola impartisce ai suoi giovani alunni i dettami del Dogma 95 di Lars von Trier, una vedova a un funerale declama le idee dadaiste, una madre di famiglia cita l'editoriale di Claes Oldenburg sull'arte al posto della preghiera prima del pranzo... Ma a parte pochi casi ben riconoscibili, nella maggior parte delle situazioni le frasi sono presentate senza alcun contesto e senza riportarne gli autori o la provenienza. L'insieme è pertanto disgiunto e random, e la visione è francamente noiosa. Il tutto, oltre che essere pretenzioso, è altamente parassitario, visto che si nutre a destra e a manca del prodotto di gruppi, di provocatori o pensatori che non vengono nemmeno citati (a parte, rapidissimamente, nei titoli introduttivi). E l'accumularsi di frasi, concetti e idee finisce inevitabilmente per svuotare il tutto di ogni reale significato: sembrano solo parole in libertà. La multiforme Blanchett è brava nel calarsi in diversi personaggi (quasi tutte donne, a parte il barbone: ci sono anche una ricercatrice, un'annunciatrice televisive, un'operaia, una punk...) e situazioni, ma il risultato è davvero troppo elusivo.

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