18 agosto 2018

Resident Evil: The final chapter (Paul W.S. Anderson, 2016)

Resident Evil: The Final Chapter (id.)
di Paul W. S. Anderson – USA 2016
con Milla Jovovich, Iain Glen
*1/2

Visto in divx.

Sesto e ultimo capitolo della serie ispirata al popolare videogioco, che questa volta si conclude davvero. La sceneggiatura rivela le autentiche origini del virus T (quello che ha dato vita agli zombie), della Umbrella Corporation e della stessa Alice (Jovovich), e la storia riporta la nostra eroina là dove tutto era iniziato: a Raccoon City, nell'Alveare, la base sotterranea dove era ambientato il primo film della saga. Dopo aver affrontato un redivivo Isaacs (Iain Glen) e il suo esercito di zombie, Alice – in compagnia di Claire (Ali Larter, di ritorno dal quarto film) e di un altro pugno di sopravvissuti – sarà aiutata dalla Regina Rossa (il cui avatar di bambina è interpretato stavolta da Ever Gabo, figlia della stessa Milla e del regista Anderson) a penetrare nella base, evitandone le trappole, per impadronirsi dell'antivirus aereo in grado di spazzare via definitivamente l'epidemia di non morti che ha sconvolto il pianeta. Così facendo, Alice scoprirà finalmente anche la verità su sé stessa. Ricordiamo infatti che nel primo film (che si svolgeva dieci anni prima di questo) si era svegliata senza alcuna memoria del proprio passato: facile leggervi una metafora del videogiocatore, il cui personaggio nasce di fatto nel momento in cui inizia una nuova partita. Se dunque la pellicola ha il pregio di mettere la parola fine a una serie non certo esaltante (Milla a parte) e di chiarire anche i ruoli dei "cattivi" visti nei precedenti film (il dottor Isaacs, di cui scopriamo che era morto soltanto un clone, e l'ambiguo Wesker, qui ridotto al semplice ruolo di braccio destro), restano però i soliti difetti congeniti: una continuity fra episodio ed episodio che lascia parecchio a desiderare (con personaggi abbandonati o che spariscono senza spiegazioni: che fine hanno fatto Jill Valentine, Ada Wong e gli altri compagni di Alice del capitolo precedente, per esempio?), una regia nervosa e confusa che rende illeggibili e spezzettate le scene d'azione (quando non assolutamente noiose) e personaggi di contorno senza una particolare caratterizzazione (buoni solo per il meccanismo del totomorti: la presenza di un traditore nel gruppo che aiuta Alice a introdursi nell'Alveare, per esempio, non aggiunge un briciolo di tensione perché in fondo non ci importa nulla di nessuno di loro). Apprezzabili comunque alcuni spunti nella seconda parte del film, come la presenza di una "trinità" di Alice (la protagonista, la Regina Rossa e l'anziana Alicia Marcus) e in generale i rimandi alla prima pellicola, che consentono di chiudere una sorta di cerchio. Al punto che si potrebbe consigliare a un neofita di guardarsi soltanto il primo e quest'ultimo capitolo, saltando tutti gli altri (benché il terzo e il quarto non fossero del tutto da buttar via). Nel cast, bene Glen in un doppio ruolo (il vero Isaacs e un altro clone, caratterizzato come fanatico religioso), mentre Milla mi è apparsa più stanca e con meno entusiasmo del solito: forse anche lei si era stufata di questa serie.

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