Sanguepazzo (M. T. Giordana, 2008)
Sanguepazzo
di Marco Tullio Giordana – Italia 2008
con Luca Zingaretti, Monica Bellucci
*1/2
Visto al cinema Apollo (rassegna di Cannes).
In una delle scene iniziali del film, Luca Zingaretti – nei panni di Osvaldo Valenti, istrione, gaudente e cocainomane attore di cinema degli anni trenta – si lamenta con un regista perché nei film la sua voce viene sempre doppiata. Ebbene, per alcune pellicole italiane (come questa) si dovrebbe proprio tornare a quella sana abitudine, perché non è davvero accettabile dover assistere a spettacoli dove a fatica si comprendono le parole degli attori. Quando parlava la Bellucci, in particolare, sembrava quasi di ascoltare una lingua straniera. Purtroppo se un film è recitato così male (Zingaretti si salva, ma attorno a lui c'è il vuoto), non ci sono regia, scenografie e ricostruzioni storiche che tengano: tutto viene irrimediabilmente affossato dalla mediocrità degli interpreti. Anche la sceneggiatura, comunque, ha le sue responsabilità. Per raccontare la storia dei due attori e amanti Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, che si compromisero con il regime fascista e vennero giustiziati dai partigiani a Milano pochi giorni dopo la liberazione, Giordana utilizza una struttura a flashback che fa più danni che altro: oltre a spezzettare continuamente la vicenda con i numerosi salti dal 1945 agli anni precedenti, ne anticipa ogni svolta drammatica distruggendo la tensione e insistendo su ogni dettaglio almeno due volte. Mi ha infastidito anche l'uso dei filmati di repertorio, che presentano uno stacco troppo netto con la fotografia patinata del resto della pellicola. Ma il peggio è certo rappresentato da un'attrice mediocre come la Bellucci, del tutto incapace di veicolare le emozioni del suo personaggio. Alla fine quel che resta ricorda più una fiction televisiva che un omaggio al cinema della tarda era fascista. Alessio Boni, nei panni del regista Golfiero Goffredi (a sua volta innamorato della Ferida ma che sceglie di diventare partigiano), non aggiunge nulla alla pellicola, così come i brevissimi cameo di Luigi Lo Cascio, Sonia Bergamasco e Marco Paolini, e il chiacchierato bacio lesbico fra la Bellucci e Lavinia Longhi.
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