13 marzo 2023

Black Panther: Wakanda Forever (R. Coogler, 2022)

Black Panther: Wakanda Forever (id.)
di Ryan Coogler – USA 2022
con Letitia Wright, Tenoch Huerta
*1/2

Visto in TV (Disney+).

Dopo l'improvvisa morte del re T'Challa in seguito a una misteriosa malattia, il Wakanda – ora governato dalla regina madre Ramonda (Angela Bassett) – deve difendere le proprie riserve di vibranio, prezioso minerale di origine meteoritica che fa gola a numerose nazioni straniere. A proporre al paese africano un'insolita alleanza è Namor (Tenoch Huerta Mejía), sovrano mutante di Talokan, un regno sottomarino segreto, che progetta di attaccare il mondo di superficie per vendicarsi dell'imperialismo e del colonialismo del passato. Ma quando Shuri (Letitia Wright), sorella minore di T'Challa e principessa del Wakanda, impedirà a Namor di uccidere la giovane scienziata Riri Williams (Dominique Thorne) che aveva messo a punto un innovativo rivelatore di vibranio, proprio una guerra fra Talokan e il Wakanda diventerà inevitabile... Sequel del "Black Panther" del 2018, sostanzialmente modificato rispetto ai piani originari in seguito all'inattesa scomparsa, per un tumore, del protagonista Chadwick Boseman (al quale il film è dedicato: la pellicola si apre con il funerale di T'Challa e si conclude con alcune sue immagini ricordate da Shuri, due sequenze che fungono da evidente omaggio all'attore prima ancora che al personaggio). Il costume e il titolo di Pantera Nera passano qui sulle spalle di Shuri (come, a un certo punto, avveniva anche nei fumetti), benché la ragazza ci metta il suo tempo: passano quasi due ore di pellicola prima che decida di elaborare il lutto e di assumere il ruolo, e comunque non senza aver ceduto prima al desiderio di vendetta. Per gran parte del film, dunque, l'impronta è quasi corale, con un nutrito gruppo di personaggi – quasi esclusivamente donne di colore – che guidano la vicenda a rotazione: Shuri, Ramonda, Riri, ma anche il capitano delle guardie Okoye (Danai Gurira) e l'ex spia – e amante di T'Challa – Nakia (Lupita Nyong'o), oltre ad altre guerriere minori. In (inutili) ruoli di contorno ci sono Martin Freeman (l'agente della CIA Ross) e Julia Louis-Dreyfus (la contessa De Fontaine, il suo capo). Namor e gli "atlantidei" (fra i quali Attuma e Namora, figurine prive di caratterizzazione e di ruolo nella storia) sono immaginati come discendenti degli antichi maya. E viene svelata una (improbabilissima) origine del nome stesso "Namor" (mentre "Sub-Mariner" non viene mai usato). Detto ciò, il film è troppo lungo, noioso, con una regia insipiente, soprattutto nelle scene d'azione, un ritmo diseguale e pieno di tempi morti, un pessimo montaggio che gestisce goffamente i raccordi e una sceneggiatura retorica e infantile, che riempie il tutto di conflitti artificiali e fasulli. Male anche il doppiaggio italiano. Nel controfinale si scopre che T'Challa aveva un figlio segreto con il suo stesso nome: un escamotage per poter tornare ad avere in futuro una Pantera Nera di sesso maschile, ovviamente. Assai generose le cinque nomination agli Oscar (ma l'unica statuetta vinta è stata quella per i costumi).

2 commenti:

Babol ha detto...

E' un film che non è piaciuto a nessuno, per tutti i motivi citati. Sono felicissima che sia stato brutalmente ridimensionato agli Oscar, anche se la statuetta per i costumi è un'offesa agli altri candidati.

Christian ha detto...

Sì, a me non aveva entusiasmato nemmeno il primo "Black Panther", ma questo è peggiore (e più noioso) sotto ogni aspetto.