19 marzo 2020

Se sei vivo spara (Giulio Questi, 1967)

Se sei vivo spara, aka Oro Hondo
di Giulio Questi – Italia/Spagna 1967
con Tomas Milian, Marilù Tolo
**1/2

Rivisto in divx.

Tradito dai suoi stessi complici dopo una rapina e lasciato a morire nel deserto, il messicano Hermano (Tomas Milian) viene salvato da due sciamani indiani ed esce dalla tomba per vendicarsi. Ma i banditi che insegue sono già stati uccisi tutti dagli abitanti della cittadina dove si erano rifugiati: tutti tranne il capo, Oaks (Piero Lulli), di cui fa giustizia proprio Hermano con i suoi proiettili d'oro (!). Tormentato e disilluso, il messicano decide di rimanere nel villaggio (che gli indiani chiamano "Il campo dell'angoscia"!) e si ritrova così in mezzo alle faide incrociate che scoppiano fra i suoi abitanti per entrare in possesso del bottino, "gente onesta" che di fronte all'oro si dimostra crudele e spietata, come il proprietario del saloon Tembler (Milo Quesada) e il negoziante Hagerman (Francisco Sanz). Opera prima (dopo alcuni episodi di film collettivi) di Giulio Questi e del suo co-sceneggiatore (e montatore) Franco Arcalli, con cui forma un sodalizio destinato a durare per il resto della sua (poco prolifica) carriera, è un western atipico e nichilista che gode di molta fama fra i cultori del genere per via della sua atmosfera inquietante e della sua violenza, con scene estremamente cruente e scabrose (su cui si scagliò la censura italiana): si pensi al bandito scempiato dagli abitanti del paese per recuperare le pallottole d'oro, ad alcune morti atroci, o alla sequenza in cui si lascia intendere che il giovane Evan (Raymond Lovelock) sia stato violentato dagli uomini del ranchero Sorrow (Roberto Camardiel). Per alcuni di questi episodi, il regista si sarebbe ispirato agli orrori di cui era stato testimone in guerra, quando aveva fatto parte della resistenza partigiana. Al netto di tutto ciò, però, temi e situazioni sono in fondo simili a quelli di molti altri spaghetti western (dal capostipite "Per un pugno di dollari" in poi), con il forestiero che rimane implicato nelle dinamiche di un villaggio sconvolto da tensioni sotterranee. E la pellicola, forse un po' lunga e compiaciuta, si trascina cambiando focus più volte: di certo le parti sono superiori all'insieme. Marilù Tolo e Patrizia Valturri interpretano i due unici personaggi femminili, rispettivamente l'amante di Tembler (che lo manipola come Lady Macbeth) e la moglie di Hagerman, fatta credere pazza e reclusa nella sua stanza dal marito geloso. Interessanti la fotografia di Franco Delli Colli (cugino del più celebre Tonino) e la colonna sonora di Ivan Vandor. Gianni Amelio è aiuto regista. Sequestrato pochi giorni dopo la sua uscita e poi ridistribuito con diversi tagli, il film è stato riproposto nelle sale nel 1975 con il titolo "Oro Hondo". In diversi paesi (come USA e Germania) è stato spacciato come un capitolo della saga di Django.

2 commenti:

Ismaele ha detto...

anche a me è piaciuto molto!

https://markx7.blogspot.com/2015/06/se-sei-vivo-spara-giulio-questi.html

Christian ha detto...

Uno spaghetti western anomalo, visionario e violento, ma, come ho scritto, secondo me l'insieme non è all'altezza delle singole parti. Comunque senza dubbio memorabile!