23 marzo 2020

L'ora più buia (Joe Wright, 2017)

L'ora più buia (Darkest Hour)
di Joe Wright – GB/USA 2017
con Gary Oldman, Lily James
**1/2

Visto in TV, con Sabrina.

L'ora più buia non è solo quella dell'Inghilterra (e dell'Europa tutta) di fronte alla minaccia nazista (il film è ambientato nel maggio 1940, durante le prime fasi del secondo conflitto mondiale), ma anche quella personale di Winston Churchill (un irriconoscibile Gary Oldman, premiato con l'Oscar), nominato primo ministro da pochi giorni e già messo sotto pressione dai membri del suo stesso partito e del gabinetto di guerra (segnatamente dall'ex premier Neville Chamberlain e soprattutto dal visconte Halifax, segretario di stato per gli affari esteri), che davanti all'inarrestabile offensiva di Hitler insistono affinché il Regno Unito accetti la proposta di mediazione italiana e intavoli colloqui di pace con il Terzo Reich. La pellicola si svolge tutta fra l'8 maggio, alla vigilia delle dimissioni di Chamberlain dalla carica di primo ministro, e il 30 dello stesso mese, quando Churchill ottiene la fiducia del parlamento e l'appoggio a continuare la guerra. In mezzo, fra le altre cose, c'è la prima grande crisi del conflitto, con i soldati britannici in suolo francese circondati dalle truppe tedesche e destinati all'annientamento: saranno salvati grazie all'Operazione Dynamo, con l'evacuazione da Dunkerque per mezzo di una flotta di imbarcazioni civili (come raccontato, di recente, nel film "Dunkirk" di Christopher Nolan). Battaglie e azioni belliche non sono però mai mostrate sullo schermo: qui la guerra è tutta vista da una prospettiva interna, attraverso gli scontri di personalità fra Churchill e i membri del suo gabinetto dalle stanze sotterranee o dal parlamento a Westminster, e mediante i timori, i dubbi e le incertezze di chi è costretto a prendere decisioni difficili e impopolari (che spesso possono costare migliaia di vite umane) ma necessarie se non si vuole capitolare davanti a un nemico spietato. Certo, il senno di poi rende facile capire chi avrà ragione e chi torto, se sia stato giusto proseguire la guerra a ogni costo e rinunciare a ogni compromesso col nemico. Non manca pertanto un pizzico di agiografia e di retorica (anche più di un pizzico in scene come quella nella metropolitana, dove Churchill interpella direttamente la gente comune). E la grande maestria registica sembra a volte nascondere uno sfoggio di stile fine a sé stesso. In ogni caso, al netto di alcune semplificazioni o concessioni alle esigenze narrative, la ricostruzione storica è ottima, così come la fotografia e il cast. Kristin Scott Thomas è la moglie Clementine, Lily James è la (nuova) segretaria Elizabeth, Stephen Dillane è Halifax, Ronald Pickup è Chamberlain, Ben Mendelsohn è re Giorgio VI (quello de "Il discorso del re"). La pellicola ebbe sei nomination agli Oscar (compreso miglior film), vincendo anche quello per il trucco. Qualche dubbio sulla qualità del doppiaggio italiano, che non rende giustizia al protagonista.

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