Era mio padre (Sam Mendes, 2002)
Era mio padre (Road to Perdition)
di Sam Mendes – USA 2002
con Tom Hanks, Paul Newman
**1/2
Rivisto in TV.
Il dodicenne Michael (Tyler Hoechlin) scopre l'esistenza del male la notte in cui vede suo padre Mike (Tom Hanks) uccidere qualcuno per conto del vecchio boss della "mala" irlandese John Rooney (Paul Newman). Scaricato da questi (di cui era il braccio destro) a causa degli intrighi del suo rampollo Connor (Daniel Craig), Mike è costretto a darsi alla fuga insieme al figlio, cercando al contempo di trovare un modo per vendicare il resto della propria famiglia (la moglie Annie e l'altro figlio Peter), sterminata dallo stesso Connor. Da un romanzo a fumetti di Max Allan Collins (ispirato a sua volta al manga "Lone Wolf and Cub"), un thriller gangsteristico on the road ambientato all'epoca del proibizionismo (siamo nel 1931) che riflette sul tema della violenza e, soprattutto, sul rapporto fra padri e figli (cosa che il titolo italiano si premura di portare in primo piano: quello originale era un gioco di parole sul nome della cittadina – fittizia – che i due fuggitivi cercano di raggiungere). Oltre al rapporto fra Mike e il figlio Michael, che fa da guida e collante all'intera vicenda (narrata in prima persona proprio dal bambino, che cerca di comprendere la vera natura di un padre che ha sempre idealizzato), ci sono infatti quelli di Rooney rispettivamente con Mike, il figlio adottivo ma fedele, e Connor, il figlio vero ma sleale. Il progetto del film era inizialmente di Steven Spielberg, il che spiega come la storia sia stata in parte annacquata rispetto al fumetto originale, soprattutto nella rappresentazione delle scene di violenza, quasi sempre tenute fuori campo (Collins aveva invece immaginato una pellicola in stile John Woo). La regia di Mendes, al secondo lavoro dopo "American beauty", è elegante e patinata (molto bella, per esempio, la silenziosa resa dei conti finale sotto la pioggia), e può contare sulla fotografia d'atmosfera di Conrad L. Hall, ma appare a tratti un po' scolastica e didascalica. Proprio come la sceneggiatura, che semplifica le emozioni più del dovuto: a rimetterci è la tensione, mai oltre il livello di guardia. Il personaggio del vecchio Rooney è ispirato a un vero gangster degli anni '20, John Looney. Gli ottimi Hanks e Newman guidano un ricco cast in cui figurano anche Jude Law (il sicario che è anche fotografo di scene di omicidio), Stanley Tucci (Nitti, l'uomo di Al Capone) e Jennifer Jason Leigh (la moglie di Mike). Cameo per Mendes come uno dei "gorilla" di Rooney.
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