9 ottobre 2009

Il mio vicino Totoro (H. Miyazaki, 1988)

Il mio vicino Totoro (Tonari no Totoro)
di Hayao Miyazaki – Giappone 1988
animazione tradizionale
****

Rivisto al cinema Uci Bicocca, con Monica ed Elena.

Con ben 21 anni di ritardo (complimenti, distributori!), finalmente questo capolavoro arriva anche nei cinema italiani. Mi rendo conto che è difficile dire quale sia il miglior film di Hayao Miyazaki, uno dei più grandi artisti nel campo dell'animazione, ma personalmente ho sempre avuto un debole proprio per questa stupenda pellicola, poetica e affascinante, colma di suggestioni legate in particolare all'innocenza e alla scoperta della natura. La trama vede come protagoniste due bambine, Satsuki (di 11 anni) e Mei (di 4 anni), che si trasferiscono con il padre in una casa di campagna in modo da stare più vicine alla madre, ricoverata in una clinica nei dintorni. Qui le sorelle entrano in contatto con un mondo finora sconosciuto e fanno una serie di strani incontri: dai piccoli spiriti della fuliggine, che occupano le case rimaste abbandonate a lungo, ad alcune bizzarre creature pelose e tondeggianti che sembrano legate agli alberi e al verde. Il maggiore di questi spiriti, che le bambine chiamano Totoro, è il protettore e custode della foresta, e in particolare del gigantesco albero di canfora che sovrasta la loro nuova casa. Quando Satsuki e Mei avranno bisogno di aiuto, Totoro interverrà inviando in loro soccorso il suo magico Gatto-bus. L'animismo di stampo shintoista, l'ambientazione nel Giappone rurale degli anni cinquanta (le risaie, i viottoli, i ruscelli), i valori dell'amicizia e della famiglia, una riuscita fusione fra realtà e immaginazione si combinano con grandi momenti di cinema (imperdibile la scena in cui Satsuki, sotto la pioggia, offre il proprio ombrello a Totoro, il quale scoppia di entusiasmo quando si rende conto della sua utilità; o quella notturna in cui gli spiriti aiutano le bambine a far crescere i semi che hanno piantato) per dar vita a un film che praticamente non ha difetti. Anche l'apparente mancanza di tensione drammatica, infatti, non è affatto tale, come dimostra la seconda parte della pellicola in cui si arriva a temere tanto per la sorte di Mei quanto per quella della madre. Magnifica anche la colonna sonora di Joe Hisaishi, e accettabile – tutto sommato – l'edizione italiana, con dialoghi però fin troppo fedeli a quelli giapponesi (al punto da lasciare inalterata la consuetudine nipponica di far parlare i personaggi in terza persona: nella nostra lingua suona decisamente male).

Note: Nel paese del Sol Levante la pellicola era uscita in abbinamento con un altro lungometraggio dello Studio Ghibli, "Una tomba per le lucciole" di Isao Takahata. Da allora Totoro è diventato il simbolo dello Studio Ghibli, che produce tutte le opere di Hayao Miyazaki, e come tale si ritrova nel logo che precede ogni sua pellicola. In Giappone, naturalmente, il personaggio è popolarissimo: ci sono interi negozi che ne vendono peluche di ogni dimensione!

14 commenti:

Vision ha detto...

aspettavo la tua recensione... beh che dire: "Totoro è un capolavoro"...

a presto!!!

AlDirektor ha detto...

Film bellissimo. E' il primo di Miyazaki che vedo e per fortuna ora sono stato invitato a vederne altri. La potenza di questo film d'animazione è la sua ambizione ad essere pellicola umana, pur rimanendo fedele ai suoi disegni. E alla poesia di molte sequenze. Grafica splendida.

Anonimo ha detto...

Un film dolcissimo. A proposito della celebrità del personaggio animato, ho letto recentemente che la vera casa (o meglio ciò che ne è rimasto dopo l'incendio), presa come spunto da Miyazaki per la realizzazione della casa nel film, diventerà finalmente un parco, progettato da Miyazaki stesso.

http://jfilmpowwow.blogspot.com/2009/09/totoros-house-rises-from-ashes-to.html

Christian ha detto...

Vision: non ci sono dubbi! ^^

AlDirektor: ti invidio, visto che scoprirai per la prima volta molte pellicole bellissime. Gli altri suoi film (a parte "Ponyo" e forse "La città incantata") sono pensati per un pubblico meno infantile, ma questo non ha nulla a che fare con la loro bellezza e poesia.

Dan: interessante! Quando sono stato in Giappone, avrei voluto visitare altri luoghi miyazakiani (compreso il museo Ghibli), ma mi è mancato il tempo. Speriamo nella prossima volta...!

Monsier Verdoux ha detto...

ah il Maestro Miyazaki....che dire, un autentico poeta dell'immagine....Totoro dovrei rivederlo, ricordo solo che dei primi film del Maestro gli preferii Porco Rosso, che trovo più ironico e "adulto", se mi passi il termine, rispetto a Totoro che forse ha l'unico difetto di essere un pò troppo sdolcinato a tratti. Ma cmq dovrei rivederlo....

Christian ha detto...

Sdolcinato non direi (dolce, sì, e pieno di poesia infantile: ma questi non sono difetti ^^). Prova a rivederlo: tra poco dovrebbe uscire finalmente il dvd italiano!
Comunque anche "Porco rosso" è ottimo, e guarda caso anche quello è ancora inedito in Italia (nonostante sia ambientato proprio nel nostro paese...)

Ciao!

Quena ha detto...

Bellissimo, il mio preferito! Ero proprio curiosa di leggere una tua recensione su questo!!!!

Lakehurst ha detto...

Oggettivamente bellissimo, talmente bello da non aver neppure bisogno di una trama vera e propria, è la quintessenza di Miyazaki, solo sentimenti... poi io gli preferisco La città incantanta e Kiki...ma questa è un'altra storia

Christian ha detto...

Quena: è un film impossibile da non amare! ^^

Lakehurst: Beh, anche "Kiki" e "La città incantata" sono meravigliosi e sicuramente fra i migliori di una filmografia davvero piena di opere eccellenti. Ciao!

Kotatsu ha detto...

Sono andato a vederlo con tutta la mia famiglia: a mia figlia di 6 anni è piaciuto più o meno, mio figlio di 8 ha sbuffato tutto il tempo e mia moglie si è annoiata.
La prossima volta ci vado da solo ;-)
Insensibili!!!

Christian ha detto...

Io l'ho visto con la mia nipotina Elena (quasi 7 anni), e a lei è piaciuto moltissimo! ^^
D'altronde l'abbiamo già "abituata" a vedere anche cartoni un po' più lenti o particolari (per esempio il bellissimo "Kirikù e la strega Karabà", oltre che naturalmente Miyazaki).

Saluti a te e alla famiglia!

Anonimo ha detto...

A mio figlio, quasi 5 anni, ho fatto vedere quasi tutti i film di Miyazaki e Totoro è uno dei suoi preferiti (ma il personaggio che ama di più è il nonno minatore in Laputa). Quest'anno abbiamo fatto l'idrocultura di una patata americana: ogni sera facciamo la stessa danza della crescita vista in Totoro..sarà forse per questo che sta crescendo così bella e rigogliosa?

Christian ha detto...

sarà forse per questo che sta crescendo così bella e rigogliosa?

Sicuramente sì! ^^

Tornando al film, l'ho appena rivisto e mi sono accorto che nella recensione non ho sottolineato l'evidente ispirazione ad "Alice nel paese delle meraviglie". Mei insegue un Totorino bianco e cade in una buca che la porta sottoterra, proprio come Alice che inseguiva il coniglio. E il Gatto-bus che nel finale scompare sorridendo ricorda chiaramente il gatto del Cheshire.

Adriano Max ha detto...

E il Gatto-bus che nel finale scompare sorridendo ricorda chiaramente il gatto del Cheshire.

E' una sequenza che mi rende sempre felice di vivere.