15 ottobre 2009

Motel Woodstock (Ang Lee, 2009)

Motel Woodstock (Taking Woodstock)
di Ang Lee – USA 2009
con Demetri Martin, Imelda Staunton
**1/2

Visto al cinema Arcobaleno.

Per festeggiare il quarantesimo anniversario della celebre "tre giorni di pace e musica" del 1969, Ang Lee ha realizzato una pellicola nella quale il famoso concerto rimane sempre sullo sfondo (si ode la musica e si vede il palco solo da lontano), preferendo concentrarsi dapprima sui preparativi e sull'organizzazione dell'evento, e poi sull'atmosfera di "controcultura" che gli gravitava intorno. Il protagonista è il giovane Elliot Tiber, che per salvare dal pignoramento lo scalcinato motel gestito dagli anziani genitori offre la disponibilità della propria cittadina rurale a ospitare il gigantesco festival musicale, già rifiutato da altri paesi della zona. L'invasione di pacifisti e capelloni mette a soqquadro la regione, cambiando l'esistenza dei suoi abitanti – molti dei quali ostili all'happening – ma soprattutto quella dello stesso Elliot, che finalmente riesce a fare i conti con la propria omosessualità e a chiarire il difficile rapporto con i genitori (due temi cari al regista taiwanese sin dai tempi de "Il banchetto di nozze"). A parte la cura con cui vengono descritte le vicende familiari di Elliot (il film è tratto da un libro scritto dal "vero" Tiber), la pellicola fatica però a decollare e a emozionare fino in fondo: soprattutto la seconda parte – quella in cui l'obiettivo di Ang Lee (che torna a usare lo split screen già sperimentato in "Hulk") si aggira in mezzo all'orda dei giovani hippie giunti in massa per il concerto, fra trip lisergici e danze nel fango, estemporanee rappresentazioni teatrali ed euforistiche manifestazioni di pace – punta su un eccessivo accumulo di elementi esteriori e "folcloristici" (va anche detto che solo negli anni successivi si cominciò a comprendere il significato e la vera portata dell'evento) e sceglie di ignorare sia il contesto storico-politico di quegli anni (a parte gli immancabili accenni al Vietnam e squarci di storia – come la conquista della Luna – che fanno capolino da un televisore in bianco e nero) sia l'impatto che Woodstock ebbe sull'intera società americana. E alla fine si resta con l'impressione di aver solo sfiorato la superficie dell'evento, proprio come lo stesso Elliot non riesce ad avvicinarsi al palco o ad assistere al tanto celebrato concerto. Fra i variopinti personaggi che popolano la pellicola, sono da ricordare soprattutto Emile Hirsch nei panni di uno sciroccato (e stereotipato) reduce dal Vietnam e Liev Schreiber in quelli della drag queen Vilma, guardia del corpo e confidente di Elliot. Ottima la Staunton, la burbera madre del protagonista: ma è bravo anche Henry Goodman nei panni del padre.

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