21 ottobre 2009

Il fiume (Tsai Ming-liang, 1997)

Il fiume (He liu)
di Tsai Ming-liang – Taiwan 1997
con Lee Kang-sheng, Miao Tien
**1/2

Rivisto in VHS, in originale con sottotitoli.

Hsiao-kang e i suoi genitori vivono sotto lo stesso tetto, ma si parlano a malapena e conducono esistenze separate: la madre lavora fuori casa e ha un amante che traffica in video porno; il padre si preoccupa soprattutto per una costante infiltrazione d'acqua dal soffitto e nel frattempo si dedica a incontri gay clandestini negli alberghi; il figlio comincia a soffrire di un misterioso e incessante dolore al collo (forse dovuto all'immersione in un fiume inquinato, alla quale si era sottoposto per fare la comparsa – nel ruolo di un cadavere che galleggia! – in un film che viene girato a Taipei dalla regista Ann Hui) e a nulla serve l'intervento di massaggiatori e chiropratici vari. Il padre conduce infine Hsiao-kang fuori città per farlo visitare da uno spiritista: in serata, genitore e figlio avranno un rapporto omosessuale, senza riconoscersi, nel buio di una sauna. Un film alienante e disturbante, che presenta – in maniera quasi lancinante – emozioni anestetizzate e pulsioni incomunicabili. Anche se probabilmente è la pellicola di Tsai che mi è piaciuta di meno, non si può non apprezzare come sempre il suo tentativo di fare un cinema anti-hollywoodiano, con ritmi lenti e dilatati, un profondo studio dei personaggi, una grande cura nelle inquadrature, una sceneggiatura scarna ed essenziale che punta – più che sui dialoghi, quasi inesistenti – su silenzi, gesti, sguardi. Senza contare l'utilizzo di quelli che per altri registi sarebbero "tempi morti", da eliminare immediatamente, e che Tsai invece mette sempre al centro delle sue pellicole. L'ottimo Miao Tien interpretava il padre di Hsiao-kang anche nel precedente "Rebels of the neon god", del quale questo film è praticamente il sequel. Ann Hui recita nella parte di sé stessa. Curiosamente, nella prima scena del film l'attore Lee Kang-sheng viene chiamato con il suo vero nome: me ne sfugge il motivo (aggiornamento: nei commenti, Maria Franca fa notare che Hsiao-kang è il diminuitivo di Kang-sheng, confermando dunque come il personaggio sia l'alter ego dell'attore).

4 commenti:

iosif ha detto...

concordo, non è neanche il mio preferito di tsai, ma comunque un buon film. la scena del rapporto fra padre e figlio è tosta. a me tornò in mente vedendo otto donne e mezzo, dove greenaway tratta un rapporto simile, a parti invertite, con approccio differente.

Christian ha detto...

Sì, è un buon film, me ne sono reso conto alla seconda-terza visione. La prima volta l'avevo trovato davvero ostico.

Il film di Greenaway lo ricordo poco, e sì che l'ho anche visto in sala... :-( Dovrò rispolverare anche quello.

Unknown ha detto...

Ciao, volevo soltanto lasciare un commento riguardo alla tua osservazione finale:

"Curiosamente, nella prima scena del film l'attore Lee Kang-Sheng viene chiamato con il suo vero nome: me ne sfugge il motivo."

Non ho visto il film, ma "Hsiao-Kang" (letteralmente "piccolo Kang") potrebbe suonare come il diminutivo o vezzeggiativo di Kang-sheng. Come dire Beppe invece di Giuseppe, or Pierino al posto di Pietro.
Resta il fatto che come dici tu, e' curiosa la scelta di chiamare il personaggio con lo stesso nome dell'attore che lo interpreta...

Un saluto, e complimenti per le ottime recensioni sul tuo blog, che seguo piu' o meno dall'inizio.

Maria Franca

Christian ha detto...

Ciao Maria Franca, e grazie per il commento e i complimenti! ^^

La tua spiegazione mi sembra plausibile. In effetti i personaggi interpretati da Lee Kang-Sheng in tutti i film di Tsai (credo che l'unica eccezione sia "The hole", dove non ha un nome) si chiamano sempre Hsiao-Kang, anzi forse sono tutte evoluzioni di un unico personaggio/alter ego.

Ciao ancora e a presto!