I dannati dell'oceano (J. von Sternberg, 1928)
I dannati dell'oceano (The docks of New York)
di Josef von Sternberg – USA 1928
con George Bancroft, Betty Compson
***1/2
Visto in divx, con cartelli in inglese.
Il rude fuochista Bill Roberts, la cui nave è appena giunta nel porto di New York, ha solo una notte da trascorrere a terra prima di imbarcarsi nuovamente. Dopo aver salvato una donna che aveva tentato il suicidio buttandosi in acqua dalla banchina, prova a confortarla e si offre addirittura di sposarla seduta stante. Il matrimonio, celebrato in maniera improvvisata e quasi per gioco all’interno di un’affollata bettola dei bassifondi, frequentata da marinai e prostitute, rappresenta per la ragazza – un’anima persa in cerca di redenzione – l’opportunità per cominciare una nuova vita; ma Bill ha tutte le intenzioni di abbandonarla il mattino seguente per riprendere il suo lavoro sul mare...
Nonostante la semplicità della trama, che si svolge nel giro di poche ore, il film è stilisticamente uno dei migliori di Sternberg, nonché una pietra miliare del cinema muto drammatico. Le scenografie, la fotografia e la regia sono ad altissimi livelli: sorprendono, in particolare, il dinamismo delle scene di massa nel locale (fra balli e risse) e l’utilizzo della profondità di campo, per non parlare del grande realismo dell’ambientazione e della messa in scena che sembra anticipare Renoir o Welles (e anche il Carné del “Porto delle nebbie” gli deve parecchio). Molti critici hanno sottolineato la complementarietà dei due protagonisti: lui proviene dal fuoco (le caldaie), lei dall’acqua (il tentato suicidio); lui è un duro concentrato di mascolinità, lei appare fragile ed estremamente femminile; lui ha un passato ricco e variopinto (i tatuaggi testimoniano di molte storie sentimentali e di numerosi viaggi da un porto all’altro), lei ne è quasi priva (per quasi l’intera pellicola non sappiamo nemmeno il suo nome, Mae), anche se entrambi sono senza radici e incapaci di immaginarsi un futuro stabile (“Chi mai sposerebbe uno/una come me?”, si chiedono reciprocamente). Completano il tutto frasi e dialoghi memorabili (“Ti concederò una chance, faccio sempre in tempo a fare un altro buco nell'acqua”; “Non ho mai perso una nave in vita mia”) e scene commoventi (come quella in cui Mae, che deve ricucire la tasca della camicia di Bill, non riesce a infilare il filo nell’ago per colpa delle lacrime che le bagnano gli occhi). Anche i personaggi minori, come il parroco che accetta di sposarli senza licenza o la moglie fedifraga del capo dei fuochisti (interpretata dall’ottima Olga Baclanova), sono estremamente vivi e danno il loro contributo alla riuscita di un sublime affresco melodrammatico.
4 commenti:
Gran bel recupero e pregevole recensione come al solito. Conosco pochissimo von Sternberg - mea culpa! - e questo post mi sfrucuglia non poco.
Un saluto e buona giornata!
Ale
Grazie! ^^
Sternberg è un regista estremamente dotato e sempre interessante. Di lui molti ricordano solo le pellicole con la Dietrich, mentre ha fatto ottime cose anche senza di lei che vale la pena di recuperare.
Un altro suo film imperdibile è "I misteri di Shanghai", con una splendida Gene Tierney.
Uno dei capolavori muti sternberghiani e purtroppo ancora assente sul fronte dvd di tutto il mondo.
Aspettiamo e speriamo! ^^
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