Peking opera blues (Tsui Hark, 1986)
Peking Opera Blues (Do ma daan)
di Tsui Hark – Hong Kong 1986
con Brigitte Lin, Cherie Cheung, Sally Yeh
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Rivisto in divx, in originale con sottotitoli inglesi.
L'Opera di Pechino è una forma tradizionale di teatro cinese, caratterizzata – oltre che dal canto e dalla danza – da grandi acrobazie e combattimenti con arti marziali (non a caso in gioventù l'hanno praticata anche Jackie Chan, Sammo Hung e Yuen Biao). Ai tempi in cui è ambientato questo film (gli inizi del Novecento), in molti teatri era vietato l'ingresso alle donne, e anche i personaggi femminili erano interpretati da attori maschi. Sembra ironico dunque che le protagoniste della pellicola siano invece tre ragazze. Tsao Wan è la figlia del generale Tsao, che governa Pechino con il pugno di ferro nei primi anni della Repubblica Cinese. Wan, che ha studiato all'estero, collabora però con i ribelli della resistenza e complotta in segreto contro il padre. Sheung Hung, una musicista di corte, aspira invece al lusso e alla ricchezza e vorrebbe impadronirsi di una cassetta di gioielli che i soldati hanno sottratto alle amanti di un generale caduto in disgrazia. Pat Neil, infine, è la figlia di un impresario teatrale e sogna di esibirsi sul palcoscenico, ma le viene impedito perché è una donna. Nonostante la diversa estrazione sociale e soprattutto le differenti aspirazioni, gli eventi della storia le portano a diventare amiche e a battersi tutte insieme per riportare la democrazia nel loro paese. La pellicola, un classico fondamentale nella produzione "popolare" e multigenere di Tsui Hark (non ha nulla a che fare con cose tipo "Addio mia concubina", per intenderci!), rivista oggi ha certo i suoi bravi difetti: un tono ingenuo e melodrammatico che la rende un po' datata, una caratterizzazione dei personaggi forse superficiale, una certa mancanza di equilibrio fra le scene più leggere e quelle più violente. Tutto passa però in secondo piano rispetto al sincero gusto per lo spettacolo, al ritmo della narrazione che non si ferma mai, all'ambientazione storica e irreale al tempo stesso (grazie anche a una fotografia dai toni quasi onirici), alla ricchezza delle situazioni e agli improbabili colpi di scena, alle complesse dinamiche che muovono le varie figure della storia e le mettono in relazione tra loro. Certo, per apprezzarla fino in fondo bisogna amare il cinema di Hong Kong con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Fra le tre attrici, davvero ottime, spicca soprattutto l'androgina Brigitte Lin Ching-hsia, che veste abiti maschili per tutto il film (tranne nella "famigerata" e indimenticabile scena in cui le tre le fanciulle indossano candide camicie da notte, bevono champagne e ascoltano musica da un grammofono), è forte e coraggiosa come un vero eroe ma anche estremamente vulnerabile e combattuta fra l'amore per il padre e gli ideali patriottici. Spettacolare la fuga finale sui tetti della città, dove Tsui Hark (con il coreografo Ching Siu-tung) fa le prove generali per film successivi come "Once upon a time in China" o "New Dragon Gate Inn". Bellissime anche le elaborate sequenze di danza in costume sul palcoscenico. Molte scene, infine, fanno riferimento a celebri Opere di Pechino, come quella in cui Tsao Wan conforta Pat Neil sotto un'improvvisa nevicata in piena estate.
2 commenti:
amo il cinema asiatico, soprattutto l'animazione
bello il blog
il mio, da poco sul web, riguarda l'animazione, se vuoi puoi darci un'occhiata
Passerò di sicuro! ^^
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