25 marzo 2009

Peking opera blues (Tsui Hark, 1986)

Peking Opera Blues (Do ma daan)
di Tsui Hark – Hong Kong 1986
con Brigitte Lin, Cherie Cheung, Sally Yeh
***

Rivisto in divx, in originale con sottotitoli inglesi.

L'Opera di Pechino è una forma tradizionale di teatro cinese, caratterizzata – oltre che dal canto e dalla danza – da grandi acrobazie e combattimenti con arti marziali (non a caso in gioventù l'hanno praticata anche Jackie Chan, Sammo Hung e Yuen Biao). Ai tempi in cui è ambientato questo film (gli inizi del Novecento), in molti teatri era vietato l'ingresso alle donne, e anche i personaggi femminili erano interpretati da attori maschi. Sembra ironico dunque che le protagoniste della pellicola siano invece tre ragazze. Tsao Wan è la figlia del generale Tsao, che governa Pechino con il pugno di ferro nei primi anni della Repubblica Cinese. Wan, che ha studiato all'estero, collabora però con i ribelli della resistenza e complotta in segreto contro il padre. Sheung Hung, una musicista di corte, aspira invece al lusso e alla ricchezza e vorrebbe impadronirsi di una cassetta di gioielli che i soldati hanno sottratto alle amanti di un generale caduto in disgrazia. Pat Neil, infine, è la figlia di un impresario teatrale e sogna di esibirsi sul palcoscenico, ma le viene impedito perché è una donna. Nonostante la diversa estrazione sociale e soprattutto le differenti aspirazioni, gli eventi della storia le portano a diventare amiche e a battersi tutte insieme per riportare la democrazia nel loro paese. La pellicola, un classico fondamentale nella produzione "popolare" e multigenere di Tsui Hark (non ha nulla a che fare con cose tipo "Addio mia concubina", per intenderci!), rivista oggi ha certo i suoi bravi difetti: un tono ingenuo e melodrammatico che la rende un po' datata, una caratterizzazione dei personaggi forse superficiale, una certa mancanza di equilibrio fra le scene più leggere e quelle più violente. Tutto passa però in secondo piano rispetto al sincero gusto per lo spettacolo, al ritmo della narrazione che non si ferma mai, all'ambientazione storica e irreale al tempo stesso (grazie anche a una fotografia dai toni quasi onirici), alla ricchezza delle situazioni e agli improbabili colpi di scena, alle complesse dinamiche che muovono le varie figure della storia e le mettono in relazione tra loro. Certo, per apprezzarla fino in fondo bisogna amare il cinema di Hong Kong con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Fra le tre attrici, davvero ottime, spicca soprattutto l'androgina Brigitte Lin Ching-hsia, che veste abiti maschili per tutto il film (tranne nella "famigerata" e indimenticabile scena in cui le tre le fanciulle indossano candide camicie da notte, bevono champagne e ascoltano musica da un grammofono), è forte e coraggiosa come un vero eroe ma anche estremamente vulnerabile e combattuta fra l'amore per il padre e gli ideali patriottici. Spettacolare la fuga finale sui tetti della città, dove Tsui Hark (con il coreografo Ching Siu-tung) fa le prove generali per film successivi come "Once upon a time in China" o "New Dragon Gate Inn". Bellissime anche le elaborate sequenze di danza in costume sul palcoscenico. Molte scene, infine, fanno riferimento a celebri Opere di Pechino, come quella in cui Tsao Wan conforta Pat Neil sotto un'improvvisa nevicata in piena estate.

2 commenti:

Vision ha detto...

amo il cinema asiatico, soprattutto l'animazione

bello il blog
il mio, da poco sul web, riguarda l'animazione, se vuoi puoi darci un'occhiata

Christian ha detto...

Passerò di sicuro! ^^