Il bacio della pantera (J. Tourneur, 1942)
Il bacio della pantera (Cat people)
di Jacques Tourneur – USA 1942
con Simone Simon, Kent Smith
***
Rivisto in DVD, con Hiromi.
Il capostipite, nonché il più celebre degli horror prodotti da Val Lewton per la RKO negli anni quaranta: film di serie B e a bassissimo budget che hanno creato dal nulla un nuovo tipo di cinema di mistero, terrore e suspense, lasciando ampi margini all'immaginazione degli spettatori e basandosi più sul fascino e l'atmosfera, sulle suggestioni esistenziali e soprannaturali, sui giochi d'ombra e sugli effetti sonori, che non sull'esibizione scoperta e sensazionalistica della minaccia sullo schermo come invece accadeva nelle pellicole in voga fino ad allora, come le saghe dei "mostri" della Universal. Lewton (che collaborava spesso alle sceneggiature, non accreditato) e i suoi collaboratori (fra i quali i registi Jacques Tourneur, Mark Robson e Robert Wise) danno invece vita a un cinema fatto di inquietudini, di metafore e di psicologie contorte, uno stile al quale si sono poi ispirati sia i maestri europei del brivido (compresi Argento e Bava) sia quelli asiatici (si pensi agli horror giapponesi).
La protagonista del film è Irina, una bella e tormentata disegnatrice di moda di origine serba. Convinta di essere la discendente di una razza di mutanti in grado di trasformarsi in enormi felini, rifiuta di "consumare" il matrimonio con il marito Oliver perché teme di trasformarsi in una belva e di sbranarlo durante l'amplesso. Di fatto, i suoi continui dinieghi spingono il marito fra le braccia della collega Alice, da sempre innamorata di lui. Ma la gelosia di Irina nei confronti della ragazza sembra incanalarsi verso un'irrefrenabile sete di vendetta, e Alice per ben due volte si accorge di essere seguita da "qualcosa" che minaccia di aggredirla (le due scene, quella della passeggiata notturna e quella nella piscina, con i riflessi dell'acqua proiettati su soffitto e pareti, sono magistrali per tensione e suspense). Immaginazione o realtà? Metafora sessuale o puro escapismo fantastico? Per tutta la sua durata, attraverso simboli di un male ancestrale e immagini ambigue, la pellicola lascia lo spettatore nel dubbio sulla reale interpretazione dei fatti, complice anche il personaggio dello psicanalista che funge da contraltare razionale ai timori e alle convinzioni di Irina, la quale si sente irrimediabilmente attratta dai grandi felini dello zoo e la cui sola presenza terrorizza a morte i piccoli animali. Due anni dopo, Robert Wise ne realizzò un buon seguito con "Il giardino delle streghe". Nel 1982 Paul Schrader ne ha fatto invece un remake con Nastassja Kinski.
7 commenti:
Lo hai visto L'uomo leopardo di Tourneur girato sempre per la RKO di Lewton? Il remake di Schrader a me è piaciuto, a molti ha fatto schifo moltissimo.
Il giardino delle streghe non l'ho mai visto.
Io li ho visti tutti e tre...oltre al magnifico LE CATENE DELLA COLPA con ROBERT MITCHUM..certo il bacio della pantera oltre ad aver fatto scuola per le scene che tu hai citato è senza pari per sensualità e mistero
NICKOFTIME
Roberto: sì, mi sono appena rivisto tutti e tre i film di Tourneur per Lewton ("Il bacio della pantera", "Ho camminato con uno zombie" e "L'uomo leopardo"). E devo dire che sono tutti e tre notevoli nel loro genere, soprattutto pensando che sono nati come B-movie.
Nickoftime: Devo confessarti che "Le catene della colpa" non mi aveva colpito molto quando l'avevo visto, ma è stato parecchi anni fa e sicuramente merita di essere rivisto...
Riflettendo sulle tue considerazioni rispetto alle novita'che questo film ha portato all'interno di un genere che amava mostrare l'orrore piu' che farlo sentire, mi veniva in mente come a volte il budget limitato costringa gli artisti a fare di necessita' virtu': non potendosi permettere una messa in scena di grande impatto visivo Touner deve per forza lavorare di sottrazione e valorizzare quelle mancanze. Spesso le innovazioni cinematografiche scaturiscono dalle difficolta' contingenti: penso al cinema indie americano, pieno di soluzioni formali derivate da carenza di mezzi, penso a quegli autori costretti ad inventarsi grandi metafore per sfuggire alla censura dello stati totalitaristi: mi viene in mente il caso di Andrej WAida (L'uomo di ferro, Danton con Depardieu), regista polacco acclamatissimo nei festival di tutto il mondo, che ha dato il meglio di se' quando ha dovuto superare gli ostacoli della censura polacca e poi cinematograficamente morto nell'era di solidarnosc.
Un saluto
NICKOFTIME
Hai perfettamente ragione! E ai casi da te segnalati se ne potrebbero aggiungere molti altri: dalle prime opere di Sam Raimi e Peter Jackson, dove l'inventiva e la passione rimediavano alla mancanza di fondi, a quelle di Kiarostami e degli "iraniani", la cui poesia si sviluppava in un contesto dove praticamente era permesso soltanto fare film educativi e sui bambini... senza dimenticare il neorealismo italiano, i B-movie statunitensi (Ulmer...), l'animazione dell'est europeo e quella televisiva giapponese...
Un saluto anche a te!
io ho di ecentevisto il seguito... ma non m'è piaciuto, insipido, mal recitato, le cose sembrano acadere senza un motivo e le storie (quella dell'anziana donna che regla l'anello e quella della bambina con irina) sono talmente indipendenti da chiedersi perchè le abbiano messe in uno stesso film (e perchè l'han dovuto ambientare a sleepy hollow? a cosa è servita la leggenda?); mi ha proprio annoiato, mi è sembrato che abbiano cercato di sfruttare il successo del bacio della pantera usando gli stessi attori, ma poi è tutto un altro film...
A me, quando l'ho visto anni fa, "Il giardino delle streghe" non era invece dispiaciuto... Prima o poi, comunque, ho intenzione di rivederlo.
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