Les demoiselles de Rochefort (J. Demy, 1967)
Josephine (Les demoiselles de Rochefort)
di Jacques Demy – Francia 1967
con Catherine Deneuve, Françoise Dorléac
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Visto in divx, in originale con sottotitoli inglesi.
Semplicemente una delizia, dall'inizio alla fine. Il secondo musical di Demy, rispetto a "Les parapluies de Cherbourg", è più svagato e leggero e anche più simile nell'impianto ai classici musical hollywoodiani: ci sono coreografie, balli nelle strade e nelle piazze e persino la partecipazione di Gene Kelly! Il feeling resta comunque indiscutibilmente francese ed europeo. Anche la musica di Michel Legrand è più varia e vivace, più ritmica e meno triste, e ingloba jazz e musica classica. Con la precedente (e anche con "Lola"), la pellicola condivide inoltre l'appartenenza a un unico universo romantico (come lasciano capire alcune frasi che fanno riferimento diretto ai personaggi degli altri lungometraggi). Le due protagoniste sono le sorelle – anche nella realtà – Deneuve e Dorléac, qui nei panni di Delphine e Solange, "nate sotto il segno dei gemelli", che insegnano rispettivamente danza e musica e sognano di trovare l'amore ideale e di abbandonare la piccola città costiera di Rochefort per andare a Parigi, la capitale dell'arte. Ma nel week-end, per la festa che si terrà in piazza, giungono due camionisti-imbonitori con il loro stand di motociclette: abbandonati dalle proprie ragazze (che preferiscono i marinai, altra costante dei film di Demy), i due chiedono alle gemelle di esibirsi sul palco del loro stand in un numero di canto e ballo per attirare i clienti. Nel contempo, Delphine e Solange si innamorano rispettivamente di un soldato-poeta-pittore (che l'ha ritratta in un quadro, senza conoscerla) e di un affascinante compositore americano; e anche la loro madre ritrova il suo antico fidanzato, Simon Dame, che aveva lasciato a causa del suo nome insopportabile ("Non avrei mai potuto farmi chiamare Madame Dame!"). Un cast fenomenale (ci sono anche Michel Piccoli, Danielle Darrieux, George Chakiris e Jacques Perrin), le geometrie delle inquadrature, la regia ariosa, gli abiti e le scenografie dai colori sgargianti, i toni romantici, tristi, gioiosi e frivoli, le accattivanti melodie di Legrand (citato anche nel testo di una canzone), con temi distribuiti equamente tra tutti i numerosi personaggi che li cantano e li ballano in allegria (e le varie coppie condividono gli stessi temi musicali!), la bellezza delle ragazze di quegli anni: tutto concorre a farne un film piacevolissimo. Da "Lola" recupera la struttura a molti personaggi che si incontrano, si separano e si ritrovano, con segreti e destini che li legano a loro insaputa fino alla risoluzione finale, fra amori lasciati e ritrovati, sognati, idealizzati o che si materializzano. Notevole, fra le tante, la scena della cena in famiglia, dove i personaggi non cantano ma i dialoghi sono tutti in rima.
Nota: Poco prima dell'uscita del film nel nostro paese, Françoise Dorléac morì in un tragico incidente stradale. I distributori italiani ebbero allora la bella pensata di ridurre il suo ruolo, tagliando quasi quaranta minuti di pellicola, reintitolandola "Josephine" (che fra l'altro non era nemmeno il nome del personaggio interpretato dalla Deneuve, ma – come scrisse Kezich all'epoca – suonava "più malizioso") e doppiando tutte le canzoni in italiano. Tanto basta per tenersi alla larga dall'edizione nostrana e per guardarlo soltanto e rigorosamente in versione originale.
2 commenti:
Sì, geniali i tagli italiani.
Purtroppo è solo uno dei molti casi che dimostrano la cialtronaggine dei distributori italiani.
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