19 gennaio 2021

Stereo (David Cronenberg, 1969)

Stereo (Tile 3B of a CAEE Educational Mosaic)
di David Cronenberg – Canada 1969
con Ronald Mlodzik, Jack Messinger
*1/2

Rivisto in divx, in originale con sottotitoli.

Il primo lungometraggio di Cronenberg (dopo due brevi corti, "Transfer" e "From the drain"), amatoriale e sperimentale, è stato girato in bianco e nero nello Scarborough College, un campus satellite dell'Università di Toronto. Nei locali e nei corridoi dell'edificio si muovono sette attori, fra cui Ronald Mlodzik (che sarà presente anche nei lavori successivi del regista canadese, "Crimes of the future", "Il demone sotto la pelle" e "Rabid"), che indossa un lungo mantello e interagisce con altri bizzarri personaggi. Non sembra esserci una vera trama, almeno non una che sia facile da ricostruire a livello visivo, senza provare a immaginarla dalle scene prive di dialoghi e di rumori, talvolta mostrate al ralenti. La cinepresa usata per girare il film, infatti, era così rumorosa da rendere impossibile ricorrere al sonoro in presa diretta: l'audio sovrapposto alle immagini, aggiunto in un secondo momento, consiste nella voce di un narratore (anzi, più di uno) che descrive una sorta di "esperimento", il tentativo di risvegliare capacità telepatiche in alcuni soggetti di laboratorio, il tutto esposto come se si trattasse di una relazione scientifica o educativa, con accenni a strane teorie parapsicologiche e metafisiche. Il risultato ricorda (o meglio, anticipa in parte) i primi esperimenti di Greenaway. E l'insieme pare contare più della somma delle parti, anche se si fatica a cogliere il senso di quello che sembra uno sfoggio di vuota estetica e di contenuti pseudo-intellettuali. Se è difficile rimanere concentrati mentre si assiste per un'ora a sequenze in libertà, senza apparenti significati (ma si diceva lo stesso del primo Buñuel, dei surrealisti e dei dadaisti), mentre il narratore parla nel suo gergo monotono, scientifico e psicologico, è anche vero che pian piano emerge un tema ben preciso, quello dell'estensione artificiale delle capacità della mente umana, e quindi della modifica dell'essere umano, che rimarrà filo conduttore e costante di tutto il cinema di Cronenberg. Siamo dunque lontani da una semplice (e noiosa) accozzaglia di elementi casuali come potrebbe sembrare a prima vista.

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