4 novembre 2018

Attenzione alla puttana santa (R. W. Fassbinder, 1971)

Attenzione alla puttana santa
(Warnung vor einer heiligen Nutte)
di Rainer Werner Fassbinder – Germania/Italia 1971
con Lou Castel, Eddie Constantine
**1/2

Visto in divx.

Un regista dispotico (Lou Castel) e la sua troupe tedesca si trovano in un albergo sulla costa di Sorrento per girare un film. Gli stipendi e il materiale sono in ritardo, e nell'attesa il gruppo si perde in infiniti litigi e discussioni, amori (gay e no) e gelosie, crisi e insicurezze. Sorta di personale "Otto e mezzo" (o, se vogliamo, contraltare di "Effetto notte"), questo lungometraggio può essere considerato un punto fermo nella filmografia di Fassbinder, la pellicola con cui il regista tedesco riflette e mette in discussione l'esperienza dell'Antiteater, il collettivo con cui aveva realizzato i primi film della sua carriera, ovvero il gruppo di ben dieci pellicole girate fra il 1969 e il 1970 (anche se alcune, come questa, usciranno solo nel 1971). Non a caso, subito dopo si prenderà una pausa di circa un anno, dopodiché si ripresenterà al pubblico con una nuova impostazione artistica, più classica, votata al melodramma e ispirata al cinema di Douglas Sirk. Basandosi su episodi davvero accaduti all'interno del collettivo, il film mostra un gruppo di persone che convive (e lavora per un obiettivo comune) pur sopportandosi a malapena, insultandosi, odiandosi (anche amandosi, certo) in un'atmosfera tesa, e prendendo finalmente coscienza del fatto che fondere insieme l'arte e la vita può essere rischioso. E al tempo stesso, svela il lato oscuro del mondo del cinema (soprattutto intellettuale), quello fatto di oppressione, manipolazione e nevrosi. Secondo il Mereghetti, "la puttana del titolo dovrebbe essere la macchina da presa". Incorniciato da due detti, "L'orgoglio viene prima della caduta" (all'inizio) e "Io vi dico che sono stanco da morire di rappresentare l'umanità senza farne parte" (alla fine), il lungometraggio esprime l'inquietudine di RWF verso un modo di fare cinema che ormai gli sta stretto, pronto com'è ad evolvere la sua arte in nuove direzioni. Eddie Constantine, lo stagionato attore del film nel film, interpreta sé stesso (si cita Lemmy Caution). La sempre bella Hanna Schygulla è abbigliata come Marilyn. Nel cast, i soliti Kurt Raab, Margarethe von Trotta, Ingrid Caven e lo stesso Fassbinder. La colonna sonora (per lo più canzoni che i personaggi ascoltano dal juke box nella hall dell'albergo) comprende Elvis Presley, Leonard Cohen, Ray Charles e "Il dolce suono" dalla Lucia di Lammermoor di Donizetti.

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