18 ottobre 2022

Il peccato di Lady Considine (A. Hitchcock, 1949)

Il peccato di Lady Considine (Under Capricorn)
di Alfred Hitchcock – GB 1949
con Ingrid Bergman, Joseph Cotten, Michael Wilding
**1/2

Visto in TV (Prime Video).

Australia, 1831. Charles Adare (Wilding), gentiluomo irlandese giunto a Sydney per fare fortuna, conosce Sam Flusky (Cotten), ex galeotto che, scontata la pena, è diventato un ricco proprietario terriero. Questi lo assume per tenere compagnia alla moglie, Lady Henrietta Considine (Bergman), che vive isolata dalla società e soffre di depressione. La coppia, infatti, è tormentata da un tragico passato (lui fu condannato ai lavori forzati per aver ucciso in Europa il fratello di lei, che disapprovava la loro unione per via della differenza di classe: aristocratica la donna, un semplice stalliere l'uomo) e da un stigma sociale che non l'ha abbandonata nemmeno all'altro capo del mondo... Secondo film in technicolor di Hitchcock dopo il precedente "Nodo alla gola", nonché terzo e ultimo con la Bergman come protagonista (dopo "Notorious" e "Io ti salverò"), segna anche il breve ritorno di sir Alfred in Inghilterra, dove dirigerà ancora un altro film ("Paura in palcoscenico") prima di ritrasferirsi definitivamente a Hollywood. Si tratta di un melodramma romantico a sfondo storico-sociale, piuttosto sopra le righe e abbastanza lontano dai soliti thriller cari al regista (anche se non mancano paralleli con lavori realizzati in precedenza, si pensi a "Rebecca"): l'ottima qualità della regia, assai mobile ed elaborata, che fa ampio ricorso a lunghi piani sequenza, e l'uso dei colori, quasi pastello, dona all'insieme un'aura tutta particolare, al limite dell'astratto o dell'irreale, il che gli consente di superare i limiti di un soggetto – tratto da un romanzo di Helen Simpson – da soap opera (un mix fra "L'amante di Lady Chatterley" e certi polpettoni storici ambientati in luoghi esotici), evidenti per esempio nel personaggio della governante Milly (Margaret Leighton), la domestica di casa, ambigua e manipolatrice. Buone le prove degli attori: da ricordare il lungo monologo della Bergman in cui Henrietta confessa a Charles il proprio tragico passato. Il film è noto in Italia anche con il titolo "Sotto il capricorno", traduzione letterale dell'originale (il capricorno in questione è il tropico che attraversa l'Australia).

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